

L’esperienza al teatro Rosso è stata molto sgradevole. E forse è un peccato perché riguardando le foto non è nemmeno così male, anzi, gli spunti fotografici sono decisamente interessanti. Purtroppo come tanti luoghi abbandonati è diventato preda di occupatori abusivi, animali che mangiano oro e cagano piombo come avrebbe detto mio padre; e camminare con i piedi nel guano di piccione non è una bella esperienza.
Questo piccolo teatro si trova ai margini di una città di provincia del Nord Italia, da fuori ha un aspetto moderno, quasi razionale, ma appena entrati si percepisce la differenza fra interno ed esterno. È un unico ambiente, non mi sono addentrato alla ricerca delle quinte, con una scala in cemento (orrenda) che collega platea e galleria. Gli arredi sono completamente in legno, sarebbe meglio dire erano, molto retrò, l’umidità ha preso il sopravvento (la zona non è una delle migliori da quel punto di vista) e dal soffitto iniziano a staccarsi pezzi di intonaco e mattoni: praticamente un disastro. Come diciamo noi appassionati del genere: non vale la pena, giusto 2 foto, ma se passi in zona…




La Bellezza non ha causa: esiste.
Inseguila e sparisce. Non inseguirla e rimane.
– Emily Dickinson


Da diverso tempo avevo intenzione di visitare Milano City Life, la nuova zona commerciale del capoluogo lombardo. Avevo visto una bellissima foto geometrica scattata in piazza Tre Pini (il cuore della zona) e mi ero incuriosito. Purtroppo sono arrivato a Milano nella peggiore giornata possibile, con pioggia battente, primo freddo invernale e tempo da lupi. Sono rimasto al bar, poi al coperto e al freddo, poi di nuovo al bar (troppi caffè). Quando ha smesso di piovere mi è uscito un tremendo mal di testa (troppi caffè) e ho scattato davvero pochissimo (impegnato anche ad imparare i comandi della nuova EOS R). Ho scelto 7 foto e trasformato in silver come da mia personalissima consuetudine street.





Intanto fuori tempo da lupi, infatti piovono cani…
– Alessandro Bergonzoni





Ho già parlato della mia partecipazione (difficile) alla tappa milanese del circuito Italia PhotoMarathon, ma mi sembra doveroso (e necessario) pubblicare le foto che ho scelto per tentare la scalata alla vittoria. Queste che vedete sono le interessanti, purtroppo ho avuto difficoltà in due temi e ho deciso di non mostrarle al grande pubblico (esagerato). Sul primo titolo, dedicato al grande Adriano Celentano, non ho resistito e ho colto l’occasione per fare del turismo: non ero mai stato in via Gluck. :-)
In ordine di apparizione i titoli sono:
A braccia aperte
Tieni il passo
Realtà capovolta
Là dove c’era l’erba
In fondo al tunnel

Domenica 23 giugno ho partecipato alla Milano Photo Marathon. E’ stata la mia settima partecipazione ad una tappa dell’Italia Photo Marathon (2 volte a Torino, 3 volte a Genova, 2 volte a Milano). Il capoluogo lombardo è per il sottoscritto una città difficile: non la conosco, le distanze sono enormi e il tempo si dilata in modo incredibile. Quest’anno ho avuto anche qualche problema di gestione degli spostamenti (roba personale) e quindi trovare spunti e ispirazione per i 9 temi proposti dall’organizzazione è stato davvero difficile. Ma devo ammettere che questa foto, una delle ultime che ho scattato, mi piace davvero tanto: perchè è un’idea interessante fuori dall’ordinario ed è realizzata con conoscenza e tecnica. E’ una foto che qualche anno fa non avrei nemmeno pensato. Il titolo era sotto il sole e immaginavo già, vista la giornata caldissima, centinaia di foto di persone sdraiate a prendere i raggi del sole magari con copricapi e abbigliamenti improponibili. Io invece ho deciso che il sole doveva essere protagonista della foto e l’unico modo per ottenere l’effetto che cercavo era quello di sottoesporre e creare un controluce fortissimo (con tanto di silhouette). Mi sono sistemato in piazza Gae Aulenti, ho fatto in modo che il solo fosse in mezzo ai palazzi e ho scattato a f/13 sottoesponendo di 3 stop. Dopo un paio di tentativi ho trovato la perfetta combinazione tempo/diaframma: ho solo aspettato il soggetto giusto. E quando è passato un bambino con il pallone da basket…
Oggi, 4 luglio, è il mio compleanno.
E mi piace immaginarmi, un po’, sotto il sole

Ho un senso di ammirazione incredibile per queste persone che offrono abbracci gratis in strada. Cercano, a modo loro, di cambiare il mondo. In non ci riuscirei mai, sarei impacciato e al limite del ridicolo. Domenica scorsa ho visto questo ragazzo in via dei Mercanti a Milano: ho chiesto se potevo scattargli una foto, mi ha risposto di si, e dopo lo scatto ha voluto regalarmi un abbraccio. Si chiama Nicola, The Hugger su instagram e regala abbracci in giro per il mondo: se lo incontrate sapete cosa fare.
Spread your humanity, hug your people!
Together we stand, divided we fall.

Qualche tempo fa ho assistito ad una interessante discussione di fotografia street e di persone riconoscibili. La legge è chiara: questa non è una foto pubblicabile e, se proprio vogliamo essere precisi, forse non avrei potuto nemmeno scattarla. La discussione verteva su quanto fosse etico e corretto fotografare le persone per strada e poi, addirittura, pubblicare su internet (oppure in un libro) queste foto. Io sono dell’idea che non ci sia niente di sbagliato nel fotografare in pubblico e talvolta sia quasi poetico: riprendere gli esseri umani nella loro positiva quotidianità è decisamente interessante, quasi un servizio alla vita. Ho intitolato questa foto Shining (è SOOC, senza ritocco) perchè le persone ritratte sono davvero splendenti e mi piacerebbe regalare questa immagine ai legittimi proprietari. Se li conoscete, sapete come fare. E’ Milano, piazza Gae Aulenti.


Queste due foto sono un piccolo omaggio a Diego Bardone: la sua galleria che preferisco è sicuramente Faceless «An ode to privacy laws». Si parla tanto di privacy e queste immagini mi hanno lasciato un sorriso e l’amaro in bocca. Fantasia e ironia, riuscire a non mostrare il volto dei soggetti fotografi e trovare comunque una foto interessante è impresa davvero complicata. Nella prima foto purtroppo non avrei potuto fare altrimenti: la legge italiana impedisce la pubblicazione di immagini che possano ledere la dignità del soggetto fotografato. E indossare la maglia dell’Inter è evidente motivo di scherno ed emarginazione sociale :-D