Dancing Paradiso

POSTED ON 19 Mar 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX, disco

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Del Dancing Paradiso ho sentito tante cose ultimamente e devo ammettere che io non ho nemmeno sfiorato quell’empatia e quella meraviglia che ho letto in quasi tutte le recensioni (perdonatemi il termine). Sono un animo insensibile. Per me il dancing è stato confusione, ecco, confusione è il termine che rende meglio l’idea: dal punto di vista fotografico quasi fastidioso, claustrofobico, un insieme di oggetti alla rinfusa, nel disordine, nel degrado e nel buio quasi totale. Certo, c’è un mondo dietro, la vita della signora Paola si intreccia e si divide fra questi ricordi, fra questi pezzi di vita; purtroppo non sento la voglia di memoria che ascolto da tante parti.

Entrare nel Dancing, con la sua enorme mole di ricordi, mi ha fatto tornare in mente una storia che trovai in rete qualche tempo fa: fra 100 anni saremo tutti morti e sepolti. Fra i nostri discendenti nessuno saprà chi eravamo e nessuno si ricorderà di noi. Tutte le nostre proprietà e le nostre cose saranno di sconosciuti, che non sono ancora nati. E tutto questo insieme di oggetti, prezioso per alcuni, per il resto del mondo è semplicemente confusione: non mi ha lasciato sensazioni positive, mi ha fatto pensare che il tempo scorre velocemente e che tutto quello che oggi conserviamo domani sparirà nel nulla. Anche il Dancing Paradiso, nonostante una storia gloriosa, è diventato un’inutile accozzaglia di oggetti, alcuni orrendamente kitsch, e il tempo riuscirà a cancellare anche questo angolo di mondo destinato a scomparire, scusate la citazione, come lacrime nella pioggia.

Ammetto di aver qualche sintomo di distacco dai sentimenti, ma non credo di essere un replicante come Roy Batty: eppure nonostante fra queste pareti si siano raccontate storie d’amore, di amicizia, di vita, di tempo passato insieme, nonostante ci sia un intreccio di emozioni forti (anche senza andare vicino alle porte di Tannhäuser), anche il Dancing Paradiso è giunto al termine vita. Peccato, ma anche no: qualche volta forse è meglio non guardare indietro.

Se siete amanti del romanticismo, anche eccessivo, vi consiglio di leggere la storia del Dancing Paradiso raccontata da Lorena Durante: lei sicuramente ha percepito l’empatia di questo pezzo di storia.

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San Fiorenzo -Storie di Santi e Dannati-

POSTED ON 17 Nov 2022 IN Reportage     TAGS: church

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A prima vista la Chiesa di San Fiorenzo non sembra particolarmente interessante: dall’esterno è quasi banale nella sua semplicità; costruita a pianta rettangolare, ha un’entrata sacrificata, intima, chiusa, quasi nascosta alla vista. La facciata frontale esterna è molto semplice, decorata con un rosone e una lunetta centrale affrescata che rappresenta la madonna con il bambino, San Fiorenzo e San Giovanni Battista. Ma quando si entra inizia la magia e si viene subito sorpresi dai colori e dalla quantità di affreschi dipinti sui muri: ogni singolo centimetro delle pareti laterali e del presbiterio ne è ricoperto con scene della storia di Gesù e dei Santi risalenti al XIV secolo.

Ubicata accanto al cimitero di Bastia, poco lontano da Mondovì, nelle basse langhe del cuneese, un tempo era una semplice cappella e segnava uno dei crocevia delle strade romane: la via romana detta Sonia, tra Vado e Bene Vagienna, e la via dell’alta langa verso Alba Pompeia, l’odierna Alba. Era consuetudine, infatti, collocare chiesette, edicole e cappelle nelle biforcazioni, negli incroci e nei lunghi tratti, per aiutare il viandante nella scelta del percorso corretto e per dargli ristoro. La scelta di edificare San Fiorenzo in questo luogo, però, è legata anche al culto popolare. Nei secoli è stata tramandata la credenza che la chiesa fosse stata costruita sul tumulo che conteneva le spoglie di Fiorenzo. Questi era un ufficiale della Legione Tebea, vittima della persecuzione perpetrata da Diocleziano. Risalente agli inizi dell’anno 1000, nei secoli la chiesa ha subito diversi rimaneggiamenti, tra cui un ampliamento per accogliere sempre più numerosi fedeli, la costruzione di un portico successivamente rimosso, il campanile e soprattutto i magnifici affreschi.

Non ho nessuna intenzione di descrivere nel dettaglio gli affreschi, anche perché potete trovarli sui libri dedicati a San Fiorenzo oppure sul bellissimo articolo scritto da Barbara Tonin e Lorena Durante su Giroinfoto dal quale ho rubato alcuni versi e, soprattutto, il bellissimo titolo (e ci sono anche le mie fotografie); basti sapere che San Fiorenzo custodisce al suo interno uno dei più importanti cicli pittorici tardo-gotici del Piemonte, datati 1472. Mi sembra doveroso però ricordare che nel 1999 si sono conclusi gli ultimi restauri ed è nata l’associazione San Fiorenzo che si occupa, attraverso alcuni volontari e senza fine di lucro, delle aperture e delle visite guidate.

Fra le iniziative vorrei citare “Le Cappelle del Tanaro sulle vie dei Pellegrini e del Sale” che si propone di valorizzare le nove chiese disseminate fra le colline e le borgate del Tanaro: non ricordo il risultato personale, ma nel 2018 partecipai ad un concorso fotografico dedicato a questa iniziativa anche con alcune immagini proprio di San Fiorenzo.

Le foto della Chiesa di San Fiorenzo sono scattate in momenti e giornate diverse, un progetto che durava da oltre un anno, ma osservandole mi sono reso conto di non essere riuscito a dare un’idea, nemmeno lontana, del senso di meraviglia che si prova varcando la soglia d’ingresso: se passate da queste parti tra Aprile e fine Ottobre non perdetevi la visita guidata gratuita, ne vale veramente la pena.

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Cerchio che ha perso il suo centro

POSTED ON 4 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, wideaperture

Cerchio che ha perso il suo centro

Ho sete
Le nuvole mi cadono dentro
Cerchio che ha perso il suo centro
Perché ha smarrito ogni senso
– Litfiba

Tutta colpa mia

POSTED ON 4 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard

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Non finiranno le stelle

POSTED ON 4 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, vintage

Non finiranno le stelle

Paint it Black

POSTED ON 4 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, wideaperture

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Orange is the new black

POSTED ON 4 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, 50ne

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Federica -top-

POSTED ON 3 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, kingoftherings

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Pittorique

POSTED ON 3 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, vintage

Pittorique

Solitamente i post dedicati al ritratto semplice non hanno bisogno di molte parole, anzi. Su questa immagine di una raggiante Federica però sono costretto ad aggiungere qualche informazione perché ha una caratteristica che la rende particolare. È uno shooting in vigna dedicato al ritratto ambientato in luce flash, ho montato gli speedlight con i diffusori esagonali e mentre gli altri scattavano mi sono allontano per utilizzare un obbiettivo vintage: il Meyer-Optik Gorlitz Telemegor 180mm f/5.5. Questa lente ha la caratteristica di staccare lo sfondo creando un effetto pittorico molto particolare. Non è facile mettere a fuoco: ero ad una certa distanza, chiaramente a tutta apertura per evidenziare il bokeh; ho impostato sul barilotto la distanza giusta dal soggetto aspettando che Federica guardasse nella mia direzione e ho scattato. Essendo un’ottica decisamente datata (prodotta fra il 1954 e il 1960) la nitidezza lascia a desiderare, ma l’effetto vintage è assolutamente garantito. Come il divertimento.

Federica -vineyard-

POSTED ON 3 Nov 2022 IN Portrait     TAGS: model, autumn, vineyard, kingoftherings

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Triste partire

POSTED ON 14 Nov 2017 IN Portrait     TAGS: MODEL, urbex, graffiti

Partire è un po' morire #01Partire è un po' morire #02

Ho creato queste due immagini in molto un po’ veloce e quasi casuale. C’è questo concorso fotografico che dovrebbe servire a valorizzare la zona della defunta linea ferroviaria fra Bastia Mondovì e Bra. Ho sfruttato un’idea, cercato una modella, chiesto la valigia di cartone e in 48 ore le foto erano pronte. Sono anche stato fortunato perché il cielo plumbeo e piovoso ha aiutato non poco il mood un po’ triste che avevo in testa; la pioggia mi ha anche lasciato un paio d’ore di pausa proprio quando servivano. Colgo l’occasione (altrimenti quando?) per ringraziare Valentina che ha raccolto con entusiasmo la mia OPM (Offerta Pubblica di Modella) e che si è prestata a interpretare la viaggiatrice un po’ malinconica. Direi in modo praticamente perfetto.