Sabato scorso ho partecipato a Mapstock, il raduno dei mappatori seriali del gruppo Urban Exploration Database. Ci siamo ritrovati a Salussola, a tavola (come qualsiasi raduno che si possa definire rispettabile), fra frizzi, lazzi e un ottimo aperitivo (di gran lusso) genovese: il vero CoRoChinato. Si è parlato di fotografia, di urbex, di avventure e di segreti. Anche di puttane e supereroi, ma questo è un altro discorso (credo). Ho colto l’occasione per portare con me la ring-light e scattare qualche ritratto un po’ diverso del solito: un modo come un altro per socializzare (al primo posto però c’è sicuramente l’alcool). Sono 16 volti, 16 primissimi piani, a fuoco: tranne un paio che ho scattato di fretta, ma che ho deciso di pubblicare ugualmente per non discriminare nessuno (o quasi). Non sarà l’ultima volta: mi piace tantissimo questo tipo di luce, credo sia davvero intrigante.
Metti che sia giunto il momento di rinnovare la carta d’identità e che si voglia testare la nuova luce circolare (che per intenderci è quella che fornisce la catch light a forma di cerchio). E quindi ho passato una ventina di minuti in studio e altrettanti davanti al monitor per rendermi migliore (se possibile) in quella che sarà la mia immagine di rappresentanza per i prossimi dieci anni. La versione silver è interessante; devo ammettere che il fantastico 85 F/1.2 di Canon riesce a restituire una tridimensionalità pazzesca. Una lama direbbe qualcuno
Voglio fare un salto indietro nel tempo, mi sembra doveroso. Questo post fa coppia con le due foto di Elisa che ho pubblicato la settimana scorsa; sono scattate la stessa sera (e non ci voleva un genio a capirlo). Anche in queste due immagini si nota l’effetto particolare provocato dalla luce: twelve significa dodici ed è il numero di lampadine da 40 watt che formano la catch light nell’occhio di Giovanna. Per le spiegazioni tecniche vi rimando alla settimana scorsa. :)
Ho scattato queste due foto della bellissima Elisa Muriale ieri sera durante un evento dedicato al ritratto organizzato dal gruppo Fotografico Fotoliberamente (del quale sono socio) nello studio del fotografo Marco Collemacine. A Cuneo ovviamente. La particolarità di questi ritratti è tutta nell’illuminazione. Ho scattato dietro ad un pannello di legno, anzi dentro, al quale erano fissate 12 lampadine da 40 watt disposte a cerchio: nel mezzo ovviamente il pannello era forato (foto). Questo tipo di illuminazione è meno potente di un flash e necessità un’apertura di diaframma decisamente ampia (ho scattato a F/1.4), ma crea una catchlight all’interno dell’occhio molto particolare: 12 piccoli punti circolari davvero intriganti. Può piacere, ma anche no, resta comunque un esperimento interessante. Magari da ripetere. Ho scattato altre foto, ma devo ancora trovare il tempo di guardarle; magari nei prossimi giorni…