POSTED ON 17 Nov 2023 IN
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Talvolta capita di entrare in luoghi abbandonati al proprio destino e chiedersi: “Ma che roba è?”. Nel caso di questo -plausibile- Bed & Breakfast, la risposta forse è proprio nella tipologia di struttura. Siamo in una splendida zona collinare a vocazione anche turistica, apprezzata dai viaggiatori di tutto il mondo e patrimonio dell’UNESCO; e la prima impressione è che fra queste pareti ci fosse l’intenzione di creare una particolare e attraente struttura ricettiva. Immagino idea purtroppo mai realmente portata a termine, anche perché, nonostante qualche segno del tempo che scorre, il tutto sembra nuovo, intonso, perfetto, mai utilizzato.
Camminando fra le stanze, attraversando scale e corridoi, si percepisce di trovarsi in qualcosa di strano, ma affascinante: tantissime stanze con colori sgargianti, ma sempre diversi fra loro, e la mente si trova a pensare ai nomi segnati sulle chiavi, magari con un oggetto simbolico e colorato per riconoscerle: sino a quando non si entra nella camera confetto, e si rimane abbagliati, stupefatti, dal bagno e dalla sua meravigliosa vasca rosa, che immediatamente diventa il simbolo, l’oggetto cult, di questa esplorazione.
E poi si scende al piano terra e si arriva alla cucina, moderna, ma al stesso tempo anche classica, con i lampadari in vimini e un miscelatore che potrei definire straordinario; e poi ecco la presumibile hall, con pianoforte, divano, zona relax e caminetto. Se non fosse per la polvere e le ragnatele si potrebbe pensare che questo Bed & Breakfast sia quasi pronto per aprire ai clienti e viene voglia di prenotare una stanza: e magari, perché no, proprio quella confetto.
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POSTED ON 2 Nov 2023 IN
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Nella vita di ognuno di noi ci sono momenti importanti, anche decisivi, e in questi momenti è sicuramente utile riflettere e parlare con se stessi. Ragionare con calma e non farsi prendere dalla voglia di mandare tutto all’aria. Magari ascoltare anche il consiglio di un amica. Ci sono geometrie inspiegabili che portano ad accadimenti per certi versi sorprendenti. Talvolta si entra in luoghi abbandonati e si ha l’immediata percezione del fallimento, della futile resilienza allo scorrere del tempo. In altre occasioni invece, più sporadiche, si rimane esterrefatti e ci si chiede cosa possa mai essere successo per costringere quel luogo a cedere il passo e diventare abbandonato. Magari proprio una variabile impazzita, una geometria inspiegabile: basta un momento, un sussulto, una decisione presa troppo di fretta e senza riflettere, per chiudere i conti con il futuro. Le mie sono elucubrazioni mentali degne di Franz Kafka, perché non conosco la storia di quello che abbiamo definito, in modo forse eccessivamente pomposo, Hotel delle Fiabe: di certo però rimane la sorpresa e la mancata comprensione degli eventi che lascia come sospesi nel vuoto, senza possibilità di volare. E la domanda rimane sempre la stessa di sempre: perché?
[…] Ma è anche vero che la vita di ciascuno di noi è piena di variabili, e accadimenti imprevedibili, di geometrie inspiegabili. Qualsiasi cosa può succedere.
– Paolo Volpi
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POSTED ON 12 Mag 2023 IN
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L’albergo Superga si trova vicino a Torino, alle pendici del Colle del quale porta il nome: è abbandonato ormai da oltre vent’anni, ma racconta una storia bellissima di solidarietà e aiuto. Perché prima di diventare Albergo Residenziale è stato un istituto che ospitava giovani in situazione di difficoltà famigliare.
In Italia, dopo la seconda guerra mondiale, migliaia di bambini avevano perso entrambi i genitori, anche l’Arma dei carabinieri si trovò ad affrontare il problema dell’assistenza alle famiglie e soprattutto ai figli dei militari scomparsi. Un gruppo di ufficiali dello Stato Maggiore del Comando Generale, coordinati dal Generale di Divisione Alfredo Ferrari e dal Colonnello Romano dalla Chiesa, all’epoca Capo di Stato Maggiore dell’Arma, decisero di creare un Ente che provvedesse alla realizzazione di istituti per raccogliere subito i giovani in situazioni di particolare difficoltà e, nel contempo, di assicurare a tutti, con assegni di studio da corrispondere alle famiglie, l’opportunità di poter completare l’iter scolastico prescelto. Il Governo, impegnato nella ricostruzione nazionale, non poteva aiutare questa iniziativa così il Comandante Generale dell’epoca, Gen. Fedele de Giorgis, lanciò un appello a tutti i Carabinieri d’Italia perché donassero una giornata della tredicesima mensilità e un piccolo contributo mensile per gli anni futuri. Fu raccolta così in tempi brevissimi la rilevante somma di oltre quaranta milioni di lire, che servì per acquistare un complesso residenziale vicino a Torino, sulle pendici del colle Superga. Il 19 luglio 1949, dopo appena sette mesi dalla nascita dell’ente, fu inaugurato il primo Collegio, affidato ai Padri Salesiani di San Giovanni Bosco, e vi entrarono i primi cento piccoli convittori.
Nel 1965 il complesso venne ristrutturato e la sua gestione passò in mano ai Padri Somaschi. Alla fine dell’anno scolastico 1977/78, anche a causa dell’esiguo numero di ospiti, l’istituto venne riconvertito in Albergo Residenziale per poi chiudere definitivamente nel 2002. Negli anni si sono perse le tracce e la memoria di questo complesso, che nasce nella seconda metà dell’800 come convento dei piccoli Fratelli di Maria: le continue e molteplici trasformazioni hanno cambiato radicalmente la struttura e dell’aspetto originale non rimane più nulla. Un peccato che di una storia così bella e importante rimangano solo una brutta insegna e i muri scrostati di un vecchio albergo abbandonato.
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POSTED ON 9 Feb 2023 IN
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Del declino delle stazioni termali nel bel paese ne ho già parlato anche troppo e quindi non credo sia il caso di tornare sull’argomento. Qui siamo di fronte all’ennesimo fallimento, alle speranze terminate, ad una cultura che non esiste più. La decadente bellezza del Grand Hotel Milano si concentra e enfatizza soprattutto nelle sue affinate deviazioni.
Sono rimasto affascinato dal bellissimo e colorato soffitto a scacchi -bianco e rosso- della hall: avrei voluto viverlo almeno una volta. Entrare come ospite e rimanere sorpreso dall’allegria e dalla spensieratezza; questa almeno è l’idea che mi viene regalata dall’abbandono. E poi c’è il piccolo teatro, una struttura sul retro, quasi nascosta, che offre all’improvviso una perla non immaginabile dall’esterno. Perché? Il palco, le pareti affrescate, il soffitto in legno e due panchine che ti guardano come un’installazione di arte moderna non comprensibile. Tutto lascia interdetti come in un vuoto visivo, sospesi come se non potesse esserci una vera logica.
E quando si esce, finalmente con calma, ci si guarda intorno in cerca di un appiglio alla realtà e non si riesce a trovarlo; perché sembra tutto fantastico e surreale, quasi distopico nella sua perfetta composizione impossibile. Una strada, un istituto termale, la vita -rara- che scorre come tutti i giorni di fronte alla decadenza del Grand Hotel che domina la scena come se fosse una scenografia di un film di fantascienza, come un’immagine di Gregory Crewdson. E niente, poi si torna nel mondo di tutti giorni e si fa un passo verso la normalità. Tutto torna come sempre.
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POSTED ON 12 Apr 2021 IN
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Alla fine dell’800 Salsomaggiore visse un clamoroso boom economico e turistico grazie alla scoperta delle proprietà benefiche delle acque salmastre che affioravano dal terreno. Il piccolo paese divenne una rinomata stazione termale e fu un fiorire di strutture ricettive, ristoranti, alberghi, ville di lusso.
L’industriale Giacomo Ferrario di Luino, giunto a Salsomaggiore nel 1880, da una piccola casa ricava l’albergo Romagnosi, in seguito Grand Hotel et de Milan, che venne inaugurato nel 1882.
Nel 1899 Ferrario rinnova tutto l’impianto di illuminazione, e fa installare un ascensore, il primo funzionante a Salsomaggiore. L’Hotel, che nel corso degli anni ha subito trasformazioni e ristrutturazioni l’ultima delle quali nel 1968, sarà a lungo il più prestigioso della zona: si sviluppava su quattro piani con ben 170 posti letto, al piano terra si trovavano la hall, una sontuosa sala da pranzo con un lucernario in stile liberty e una porta a vetri in stile decò oltre ad alcune salette, mentre ai piani superiori le camere che ospitavano i clienti. Una parte dell’edificio era adibita a reparto per le cure termali, all’esterno la meravigliosa facciata neoclassica dominava sulla piscina e sul centro abitato.
A seguito di un calo delle presenze e di un cambio radicale del turismo tutte le strutture dell’area persero valore, presenze e soldi. Il Grand Hotel riuscì a resistere sino al 2006, anno in cui fu chiuso una prima volta. Un tentativo di riapertura ci fu nel 2007 quando fu teatro della kermesse di
Miss Italia ospitando le reginette di bellezza e il patron
Enzo Mirigliani. Fu un ultimo disperato tentativo, un fuoco di paglia. Adesso il prestigioso Hotel è preda dei vandali, del suo meraviglioso e incredibile salone rimane solo l’idea, il lucernario sta crollando e le sue
5 stelle ormai non brillano più.
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POSTED ON 15 Mar 2021 IN
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Quando si fotografa il mondo urbex capita di frequente di imbattersi in luoghi misteriosi. Ma non intendo misteriosi nel senso esoterico del termine, quindi non parlo di fantasmi, magia nera e assurdità del genere. Credo semplicemente che sia difficile, quasi impossibile, comprendere i motivi dell’abbandono. E’ il caso di questo albergo: non è spiegabile come una struttura in questa posizione, straordinariamente panoramica, su uno dei laghi più belli d’Italia possa chiudere e finire nell’oblio. E’ chiaro che i motivi ci sono, devono esserci, ma rimane quel senso di spreco, una voglia incredibile di dire al mondo: “Hey, ma avete visto la meraviglia che si vede da queste finestre?”. Ma purtroppo tutto sembra inutile e anche questa struttura è destinata ad implodere su se stessa. E’ una delle sensazioni più tristi che ti lascia la fotografia di luoghi abbandonati.
POSTED ON 24 Gen 2020 IN
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POSTED ON 3 Gen 2020 IN
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Quello che fu il celebre Grand Hotel Miramonti giace completamente abbandonato sulla collina che sovrasta Garessio dal 17 Agosto 1986 quando un furioso incendio, probabilmente doloso, distrusse tutto quello che restava della struttura. Le mie foto raccontano una storia di abbandono e rovina come tante; Il Miramonti fu, a cavallo fra le due guerre mondiali, un hotel di altissimo livello, conosciuto in tutta Europa, con caratteristiche di assoluto prestigio per l’epoca: “160 letti, 40 bagni privati, acqua corrente calda e fredda in tutte le camere, vasto giardino, garages, tennis”. In una parola sola il lusso. Poi nel dopoguerra il declino e l’abbandono. Sul web si può trovare qualsiasi cosa, ma nel caso del Grand Hotel esiste un sito realizzato perfettamente che narra la storia di questo incredibile struttura alberghiera: “Il Miramonti” racconta…. Da leggere tutto d’un fiato.
“E’ il vero dominante della valle, ….. E’ un vero belvedere da una sede principesca, sontuosa e ricca di ogni agio, di tutto il comfort moderno desiderabile, come si usa dire oggidì. … Il superbo Hotel ha grandiosi ed eleganti Saloni da pranzo, da ballo. Ristorante con ampia terrazza, Bar, Biliardo, Sala di Lettura e per Bridge…
POSTED ON 25 Gen 2019 IN
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Quest’hotel abbandonato si trova nella parte sud-ovest di Lanzarote, a poca distanza da Playa Blanca. La sua costruzione, se così possiamo definirla, risale alla fine degli anni ’60: non fu mai terminata. E’ uno dei reportage urbex che mi lasciato più ansia e paura. Per arrivarci è necessario percorrere una strada sterrata, che spesso sparisce, di circa 5 chilometri. Ho parcheggiato, dopo 50 minuti di strada a passo d’uomo nel deserto più assoluto, a 500 metri dalla struttura. Mi sono sentito davvero solo, il sole iniziava ad alzarsi all’orizzonte. L’albergo è enorme, è solo uno scheletro in una posizione straordinaria. Il vento fischiava fortissimo, il mare rumoreggiava contro gli scogli poco sotto. Ho fatto il giro completo e quando stavo per avviarmi alla macchina, per tornare in albergo, ho sentito il rumore di un motore in lontananza. Un pick-up con a bordo tre persone si stava avvicinando a discreta velocità; ecco, in un posto del genere puoi venire solo per due motivi, forse tre: un bagno solitario nell’oceano, fotografie urbex oppure qualche attività illecità. E in realtà è possibile che anche le prime due attività non siano poi così lecite. Mi sono nascosto e già immaginavo un inseguimento fra la mia berlina telaio basso e il loro mezzo fuoristrada, sullo sterrato, con poche, nulle, possibilità di fuga. Si sono fermati una decina di interminabili minuti rimanendo sul mezzo, uno dei tre è sceso a fumare, poi sono partiti in direzione opposta: piccola sosta, troppo sospetta, dalla mia Corvette a noleggio e poi sono tornati da dove sono venuti. Ho atteso ancora 10 minuti per sicurezza (nel frattempo avevo nascosto lo zaino con la macchina fotografica) e poi sono tornato indietro. Occhi sempre ben aperti, ma salito in macchina ho tirato un sospiro di sollievo: avevo immaginato diversi possibili finali e nessuno di questi era positivo per il sottoscritto. Ansia.
The abandoned hotel near Los Charcones is now famously called the Hotel of Los Charcones, but was named Atlante del Sol Hotel, at the edge of Playa Blanca, built sometime in late 1960’s or early 1970’s. The famous story which makes round is that a German investor started the project to make a “Golf-Hotel” but his attempt to irrigate grass for the Golf Course on the volcanic clay soil didn’t work out. The building was abandoned with no concrete road leading to it. It is said that, it will cost more than 1.2 million euros to just get it down. Now of course you will see homeless and drug addicts using the hotel for lodging.
POSTED ON 12 Apr 2016 IN
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Il Grand Hotel Radium si trova nella parte alta di Lurisia. Un po’ isolato, solitario, triste. Dall’esterno si intuisce un passato glorioso, una vita vissuta intensamente. E’ stato costruito durante la seconda guerra mondiale, nel 1942, e il suo nome è un tributo all’elemento chimico scoperto da Madame Curie, perché all’epoca si pensava che il radio avesse proprietà miracolose. E qui a Lurisia si produceva l’acqua più radioattiva d’Italia. Un vanto non da poco. Le terme erano fra le più frequentate dell’intero stivale. Poi il lento ed inesorabile declino, sino alla chiusura negli anni ’80. Da allora è rimasto lì, cupo e silenzioso. Mastodontico.
Ha l’aria triste, di quei grandi hotel del passato abitati solo da ricordi. E un Grand hotel il Radium di Lurisia lo è stato per davvero. Perché per i suoi saloni e le sue stanze è passato un mondo. Il Bel mondo. Qui, all’hotel delle terme politici, attori, capitani d’industria venivano per l’acqua dei miracoli. E perché – in allora si pensava – il radio scoperto anni prima da Madame Curie aveva proprietà miracolose. Pazienza se oggi la scienza la pensa diversamente e se questo gas, nato da un’esplosione di stelle agli albori dell’universo, è considerato dannoso. In allora, erano gli anni del Dopoguerra e di quell’Italia dove le vacanze non finivano mai, venire a Lurisia era un po’ come per i milanesi oggi andare a Cortina: si passava di lì per far parte del mondo che conta. Così la Lurisia di allora poteva vantare ospiti come il presidente Giovanni Gronchi o Pietro Nenni. O i grandi nomi dell’industria come la famiglia Agnelli o Ferrero. E tutti andavano al Radium, l’hotel fondato nel 1942 e che in quegli anni anarchici, gli anni della Guerra, era servito anche come rifugio per i partigiani. (
La Stampa)
Descriverlo è un’impresa. Al primo impatto mi è sembrato un’enorme baita: come quelle case che si vedono nelle cartoline montane di Austria e Germania, ma alla decima potenza. Porte, finestre e balconi in legno, quel gusto un po’ retrò che si ritrova simile in tutti i paesi di montagna. E all’interno il lusso sfrenato, con soluzioni stilistiche che oggi potrebbero far rabbrividire gli architetti, ma che probabilmente all’epoca erano simbolo di eleganza e classe. Sembra sia stato abbandonato in fretta e furia: ci sono ancora i piatti sporchi, un pianoforte, bottiglie di liquori, bicchieri, stanze arredate, foto. Nonostante si parli di almeno trent’anni di abbandono le condizioni del Grand Hotel sono ancora decenti e credo che le ultime notizie, che parlano di un rilancio, non siano poi così lontane dalla realtà. Certo, un po’ di lavori di ristrutturazione saranno necessari. Ma riportare agli antichi splendori il Grand Hotel Radium sarebbe un colpo straordinario per l’intera valle.
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