Qualche giorno fa leggevo una bellissima intervista a Giacomo Doni, uno dei precursori italiani dell’urbex, ma soprattutto colui che ha contribuito, fotograficamente e non solo, alla riscoperta dei manicomi abbandonati. E sono tornato ad osservare le mie foto al manicomio di Racconigi e, se proprio devo fare una classifica del reportage urbex (anche se nessuno me lo chiede), quello negli ospedali psichiatrici è forse il più vero e importante. Sono stato diverse volte dentro il manicomio di Racconigi, ma poi in realtà ho pubblicato solo le foto della prima incursione. Queste risalgono all’anno scorso, la mia prima esperienza con la EOS R, e devo ammettere che le trovo per certi versi molto reali, molto improntate alla ricerca dell’atmosfera e un po’ meno alla spettacolarizzazione del luogo. Forse non tutte se devo essere sincero, ma in molti casi trovo che in queste immagini diano davvero l’idea del tempo passato e dell’ambiente decisamente triste e ostile. Per questa volta, in esclusiva per i miei affezionati lettori, eviterò la famigerata citazione di Alda Merini. Contenti?
Lo ripeto all’infinito, sei unica al mondo
Grazie infinite Samuele per le belle parole che hai scritto sul mio lavoro, essere riconosciuto come una persona che ha contribuito alla riscoperta del mondo manicomiale italiano è un qualcosa di estremamente importante per me.
Perché questi luoghi non riguardano soltanto la “salute mentale”, riguardano tante altre sfere della società: ci raccontano meccaniche di un mondo che solo apparentemente non esiste più, ci raccontano come la medicina e lo sviluppo economico si siano evoluti nel tempo, ci raccontano quanto siano cambiate le differenze sociale fra le persone.
Ci raccontano un patrimonio di cose che sarebbe drammatico perdere.
Grazie ancora
->Giacomo: mi è sembrata doverosa la citazione, purtroppo ho scoperto il tuo lavoro in tempi troppo recenti. Sono assolutamente d’accordo con le tue parole: i manicomi sono un patrimonio, perché dobbiamo conoscere il nostro passato per evitare di ripetere gli errori in futuro. Grazie della visita.