POSTED ON 14 Lug 2023 IN
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pop
POSTED ON 24 Gen 2023 IN
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Il terzo concorrente in gara, ah no, non è il festival di Sanremo. Anche se non ho sbagliato di molto perchè Coma Cose e Mr.Rain saranno entrambi fra i concorrenti dell’edizione 2023 della celebre kermesse canora. Concludo la serie di foto dedicate al concerto di inaugurazione di Bergamo e Brescia capitali della cultura 2023, in realtà forse ne pubblicherò ancora due, con il duo composto da Fausto Lama e California, noti al grande pubblico come Coma Cose. Molto belli i pantaloni leopardati, devo ammetterlo. Dopo la loro esibizione, un po’ stanco, sono scappato (volevo fotografare il famoso rinoceronte appeso) e mi sono perso l’esibizione di Renga con la figlia Jolanda: peccato, sarà per un’altra volta





Hai le fiamme negli occhi ed infatti
Se mi guardi mi bruci
– Coma Cose




POSTED ON 23 Gen 2023 IN
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Quando Ambra Angiolini l’ha chiamata sul palco devo ammettere che non sapevo chi fosse. In realtà Voodoo Kid, pseudonimo di Marianna Pluda, 27enne bresciana, è un’artista eclettica che produce, compone e scrive, sia in inglese che in italiano, i testi e la musica delle sue canzoni (sono informazioni che ho appreso da Google ovviamente). La voce sul palco non mi ha entusiasmato, ma ascoltando “Tutto bene” in loop (una delle canzoni che ha presentato al pubblico di Piazza della Loggia e che fa parte del suo ultimo album) devo ammettere che non è niente male. Ma io faccio foto, vedo gente, e di musica non capisco praticamente nulla. :-)
La lunga permanenza nella città cosmopolita, della quale ha respirato l’aria di continuo cambiamento, lo studio della musica, in tutte le sue forme ed applicazioni, e la creatività tipicamente italiana, fanno di questa giovane artista un personaggio poliedrico ed unico.
Le ultime due foto sono dedicate a Ilaria Cammarata, una delle ballerine, che ho notato per la straordinaria somiglianza con Jenna Ortega, l’attrice protagonista della serie Mercoledì: separate dalla nascita, praticamente due gocce d’acqua.





Cosa ci faccio qui
a fare finta che sia tutto ok
La tua amica bionda che mi balla in faccia
ma che festa di merda
– Voodoo Kid


POSTED ON 29 Ago 2022 IN
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POSTED ON 29 Lug 2022 IN
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Trovo che Alessandro Bergonzoni sia uno degli artisti italiani più surreali e incredibili. La sua comicità è clamorosa, confusionaria, pazzesca, inconcludente, complessa, arzigogolata. È un fiume in piena che travolge: si ride per tutto lo spettacolo (e in qualche occasione si riflette anche su temi di attualità), ma non ci si ricorda nessuna battuta, perché è un susseguirsi continuo di parole e giochi, intensità pura e costante. Questa sera è andato in scena a Mondovì il suo ultimo show: Trascendi e sali, e non potevo mancare. Per una volta ho deciso di assistere a tutto lo spettacolo e di fotografare con calma: mi sono seduto in terza fila e ho applaudito le vibrazioni parlate del bravissimo Alessandro. Non credo di essere riuscito a coglierlo in fallo, ha parlato quasi 90 minuti senza soluzione di continuità e senza sbagliare una singola parola. Una macchina perfetta. Poi c’è anche un ricordo che si perde nella Liguria degli anni 90, ma è un’altra storia e ne parlerò domani.
Trascendi e sali è un consiglio ma anche un comando. Alessandro Bergonzoni, che in questi anni si è esibito oltre che nei teatri, nei cinema e in radio, nelle pinacoteche nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli ospedali, nelle scuole, nelle università e nelle piazze dei principali festival culturali, è diventato un “sistema artistico” che produce e realizza le sue idee in svariate discipline per, alla fine, metabolizzare tutto e ripartire da un’altra parte facendo tesoro dell’esperienza acquisita. Uno spettacolo dove la comicità non segue obbligatoriamente un ritmo costante e dove a volte le radici artistiche vengono mostrate per essere subito sotterrate di nuovo. Trascendi e sali come vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che, magari, riusciranno a scatenare le forze positive esistenti nel nostro essere.







POSTED ON 21 Lug 2022 IN
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Per fotografare il concerto di Morgan ho adottato una tattica diversa dal solito. Ho deciso di arrivare dopo, molto dopo, per evitare l’attesa snervante e il solito ritardo. Mi sono presentato quindi ai cancelli alle 21.10 e il fatto che non ci fosse quasi nessuno ha destato in me qualche perplessità. Controllo l’orario e scopro che in realtà sono in anticipo di 20 minuti. Entro, mi accomodo sul fondo, in attesa. Come sempre 25 minuti di ritardo, quasi accademici. Quando l’inizio del concerto è questione di minuti, forse secondi (sul palco l’orchestra ha finito le prove) si sente una voce agitata in seconda fila: “C’è un medico?”. Fortunatamente il medico c’era, perché una signora, forse complice il caldo e la stanchezza, ha avuto un mancamento. Manovre di primo soccorso e circa 20 minuti (davvero troppo) per l’arrivo dell’ambulanza. Morgan inizierà il suo spettacolo solo alle 22.20. E fortuna che sono partito in ritardo. Ho scattato solo ai primi due pezzi, molto velocemente, qualche primo piano da sotto il palco, un paio di panoramiche da lontano e dopo circa 15 minuti ho lasciato Morgan al suo pubblico. Lui mi è piaciuto, le due canzoni che ha interpretato (una di Bindi, una tratta dal suo album canzoni dell’appartamento) un po’ meno.
Cosa vuol dire “musica classica”? E cosa vuol dire musica “colta”? Le separazioni che attribuiamo continuamente alla musica per incasellarla in definizioni e categorie valgono anche per chi quella musica l’ha creata? Quanta cultura popolare c’è nella musica di Mozart e quanto il popolo era legato alle arie di Verdi? Un brano “pop” può diventare un classico? Morgan passa attraverso le epoche ed i generi musicali dimostrando che le definizioni non riescono a contenere la creatività musicale, che la divisione colto/popolare non esiste e che la materia della musica si rigenera continuamente attraverso il genio degli artisti senza alcun limite. Da Bach e Vivaldi fino a Morgan, passando per Schubert, Bindi e De André, un viaggio nelle intersezioni tra i linguaggi musicali, con continui cambi di prospettiva e riletture, anche grazie agli arrangiamenti orchestrati e diretti dal M° Valentino Corvino.








POSTED ON 10 Set 2019 IN
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Nell’anno del signore 1997 (si, 22 anni fa) ero in galleria al Teatro Ariston in Sanremo per assistere al Premio Tenco. Fu un’edizione straordinaria: ero andato per ammirare Gianna Nannini (semplicemente fantastica) e mi ritrovai ad ascoltare Fabrizio De Andrè e Francesco Guccini. Quella sera mi innamorai (musicalmente) di Nada. Era il periodo del NadaTrio e, accompagnata da Fausto Mesolella (chitarra) e Ferruccio Spinetti (contrabbasso), interpretò in modo straordinario alcuni pezzi del suo repertorio: io rimasi assolutamente incantato da Come faceva freddo, scritta da Piero Ciampi nel 1974; quella performance mi è restata impressa nella mente a fuoco. E sabato 31 Agosto, a Novello, sono tornato ad ascoltare “Il pulcino del Gabbro“: ancora oggi, dopo oltre 50 anni di carriera, è semplicemente straordinaria, la sua voce e la sua presenza scenica hanno pochi eguali in Italia. Grandissima artista.



Anche le finestre avevano un cuore
c’era una porta che faceva rumore
e mentre lui moriva d’inedia
lo scongiuravo dall’unica sedia
come faceva freddo
com’era bello che lui fosse lì
apro una porta sei piani di scale
ci sono i suoi quadri ma lui non c’è più
POSTED ON 2 Set 2018 IN
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Ieri sera si è inaugurato il Wake uP con il concerto gratuito (salvo prenotazione online che nessuno si è sognato di controllare) di Annalisa (metto il link per chi non la conoscesse, come i miei amici Fuffo e Anto) a Mondovì Piazza. Scenario naturale bellissimo, ma acustica credo da rivedere. Non mi sembra una piazza adatta alla musica dal vivo. Nali è salita sul palco grintosa e con un look decisamente troppo estivo: intorno a lei il pubblico (tantissimo, quando è gratis la gente accorre) girava con il piumino, io con il maglione soffrivo le pene dell’inferno per colpa del freddo. Eppure è di Carcare e dovrebbe conoscere le rigide temperature serali di fine estate nelle nostre zone; si è scaldata saltando sul palco. Complice la presenza della famiglia (e la mancanza di gestione degli accrediti per i fotografi) mi sono accontentato di scattare, da molto distante, solo 36 foto in un lasso di tempo troppo breve (circa dieci minuti, poi mi sono allontanato). Per mia fortuna l’altezza non è un problema e con il 70/200 sono riuscito anche ad evitare la miriade di smartphone che riprendevano (male) l’evento. Di queste 36 foto ne ho scelte 6 che credo siano almeno passabili. Mi scuserete se il punto di ripresa è il medesimo per tutte le foto. Enjoy. :-D





POSTED ON 4 Ago 2018 IN
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Domenica scorsa, dopo una scarpinata di circa un’ora in salita, ho avuto l’onore di assistere al concerto di Noemi nel magnifico scenario del Colle di Gilba, sullo spartiacque tra le Valli Po e Varaita, a cavallo tra i comuni di Sanfront, Brossasco, Paesana e Sampeyre. Un concerto particolare, a mezzogiorno, con un’atmosfera diversa dal solito concerto notturno tutti assiepati, senza la possibilità di respirare, andare in bagno, pensare. Qui il relax era il modus operandi, come un enorme picnic con centinaia di persone; e una bravissima cantante a gestire la colonna sonora. Fotografare un concerto alle dodicizerozero è una comodità assurda: non serve alzare gli iso a palla, anzi, talvolta la velocità di scatto è anche troppo elevata; un paio di volte mi sono visto costretto a chiudere il diaframma di uno stop. Ho scelto solo quattro foto, per una questione di tempo e di qualità (e di noia). La quarta, che non mi piace troppo, serve solo a rendere l’idea della meraviglia dell’anfiteatro naturale del Colle di Gilba a 1521 metri di altezza. Spettacolare e unico.



Ma il cuore mio lo so
È solo una puttana
E la mia testa fragile come la porcellana
Che non scende mai per strada
E vive dei suoi sogni
Che sono buchi neri e ci sprofondi
POSTED ON 23 Feb 2018 IN
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Talvolta mi piace tornare indietro nel tempo, con la fotografia. E’ un mezzo di studio e ricordo, di riflessione anche. Sono passati quasi 4 anni dall’Estate 2014 e dal concerto di Elisa a Barolo. E all’epoca avevo deciso di non pubblicare nulla, deluso dal risultato. Non mi era piaciuto il concerto e non ero soddisfatto delle mie foto. Ma nel percorso di crescita ci possono stare anche degli errori e dei momenti poco positivi. Ho deciso comunque di salvare 4 immagini di quella sera, perché non sono meravigliose, ma nemmeno da cestinare; perché ci sono gli alti, ma ci sono anche i bassi. E mi sono abituato davvero troppo bene. Ed ecco Elisa, Collisioni, luglio 2014.



POSTED ON 7 Lug 2013 IN
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