Negli anni ’80 non avrei mai immaginato che un giorno avrei cantato la sigla di Occhi di Gatto ad un concerto in compagnia di mia figlia. La vita è davvero strana. Ieri sera ho colto l’occasione del live della MITICA Cristina D’Avena al Mov Summer Festival per cantare a squarciagola con Alice (lei ne conosce tantissime perché le ascolta da quando è nata) i grandi successi dei cartoni animati della mia infanzia e per scattare qualche foto; giocoforza tra il pubblico con tutte le problematiche che ne conseguono (ma anche qualche vantaggio).
Il concerto è stato bello e divertente perché la nostra non nasconde importanti
doti di ironia e riesce a dialogare con il pubblico (che conosce a memoria tutte le canzoni). Poi fra gli spettatori era presente anche
Marco Destro cantante famoso per aver interpretato alcune sigle molto conosciute tra le quali ricordiamo
“Che campioni Holly e Benji” proprio in coppia con la D’Avena e originario della provincia di Cuneo. E
Carramba che Sorpresa è stato invitato da Cristina sul palco per interpretare a cappella la sigla dei
Power Rangers.
Alla fine del concerto Cristina D’Avena ha ricordato Alessandra Valeri Manera scomparsa il 18 giugno di quest’anno. Responsabile della programmazione per ragazzi delle reti del Gruppo Mediaset dal 1980 al 2001 e autrice di centinaia di testi di sigle di Cartoni animati, fu lei a scoprire la D’Avena nel 1981 fra le file del Piccolo Coro dell’Antoniano e a lanciarla nel mondo delle sigle dei Cartoni Animati. Il momento è stato davvero toccante e qui le lacrime di Cristina hanno contagiato tutto il suo pubblico.
Il terzo concorrente in gara, ah no, non è il festival di Sanremo. Anche se non ho sbagliato di molto perchè Coma Cose e Mr.Rain saranno entrambi fra i concorrenti dell’edizione 2023 della celebre kermesse canora. Concludo la serie di foto dedicate al concerto di inaugurazione di Bergamo e Brescia capitali della cultura 2023, in realtà forse ne pubblicherò ancora due, con il duo composto da Fausto Lama e California, noti al grande pubblico come Coma Cose. Molto belli i pantaloni leopardati, devo ammetterlo. Dopo la loro esibizione, un po’ stanco, sono scappato (volevo fotografare il famoso rinoceronte appeso) e mi sono perso l’esibizione di Renga con la figlia Jolanda: peccato, sarà per un’altra volta
Hai le fiamme negli occhi ed infatti
Se mi guardi mi bruci
– Coma Cose
Quando Ambra Angiolini l’ha chiamata sul palco devo ammettere che non sapevo chi fosse. In realtà Voodoo Kid, pseudonimo di Marianna Pluda, 27enne bresciana, è un’artista eclettica che produce, compone e scrive, sia in inglese che in italiano, i testi e la musica delle sue canzoni (sono informazioni che ho appreso da Google ovviamente). La voce sul palco non mi ha entusiasmato, ma ascoltando “Tutto bene” in loop (una delle canzoni che ha presentato al pubblico di Piazza della Loggia e che fa parte del suo ultimo album) devo ammettere che non è niente male. Ma io faccio foto, vedo gente, e di musica non capisco praticamente nulla. :-)
La lunga permanenza nella città cosmopolita, della quale ha respirato l’aria di continuo cambiamento, lo studio della musica, in tutte le sue forme ed applicazioni, e la creatività tipicamente italiana, fanno di questa giovane artista un personaggio poliedrico ed unico.
Le ultime due foto sono dedicate a Ilaria Cammarata, una delle ballerine, che ho notato per la straordinaria somiglianza con Jenna Ortega, l’attrice protagonista della serie Mercoledì: separate dalla nascita, praticamente due gocce d’acqua.
Cosa ci faccio qui
a fare finta che sia tutto ok
La tua amica bionda che mi balla in faccia
ma che festa di merda
– Voodoo Kid
Trovo che Alessandro Bergonzoni sia uno degli artisti italiani più surreali e incredibili. La sua comicità è clamorosa, confusionaria, pazzesca, inconcludente, complessa, arzigogolata. È un fiume in piena che travolge: si ride per tutto lo spettacolo (e in qualche occasione si riflette anche su temi di attualità), ma non ci si ricorda nessuna battuta, perché è un susseguirsi continuo di parole e giochi, intensità pura e costante. Questa sera è andato in scena a Mondovì il suo ultimo show: Trascendi e sali, e non potevo mancare. Per una volta ho deciso di assistere a tutto lo spettacolo e di fotografare con calma: mi sono seduto in terza fila e ho applaudito le vibrazioni parlate del bravissimo Alessandro. Non credo di essere riuscito a coglierlo in fallo, ha parlato quasi 90 minuti senza soluzione di continuità e senza sbagliare una singola parola. Una macchina perfetta. Poi c’è anche un ricordo che si perde nella Liguria degli anni 90, ma è un’altra storia e ne parlerò domani.
Trascendi e sali è un consiglio ma anche un comando. Alessandro Bergonzoni, che in questi anni si è esibito oltre che nei teatri, nei cinema e in radio, nelle pinacoteche nazionali, nelle carceri, nelle corsie degli ospedali, nelle scuole, nelle università e nelle piazze dei principali festival culturali, è diventato un “sistema artistico” che produce e realizza le sue idee in svariate discipline per, alla fine, metabolizzare tutto e ripartire da un’altra parte facendo tesoro dell’esperienza acquisita. Uno spettacolo dove la comicità non segue obbligatoriamente un ritmo costante e dove a volte le radici artistiche vengono mostrate per essere subito sotterrate di nuovo. Trascendi e sali come vettore artistico di tolleranza e pace, colmo di visioni che, magari, riusciranno a scatenare le forze positive esistenti nel nostro essere.