Il cinema abbandonato

POSTED ON 21 Giu 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, cinema

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Era un sabato pomeriggio di primavera, le prime giornate in cui la luce permette di rimanere in giro -per foto- sino a tardi. Un piccolo giro, un’ispezione veloce in una zona che ormai inizio a conoscere come le mie tasche. Ed è una zona davvero vuota e desolata, proprio come le mie tasche. Uno strano edificio, chiaramente abbandonato, ma poco interessante: è stato mappato, ma da fuori non presenta nulla che possa attirare la nostra attenzione.

Facciamo un giro intorno e non troviamo nessun accesso. Dall’esterno sembra proprio confermare le nostre impressioni: è quello che viene comunemente definito un marcione. Sul davanti troviamo una finestra chiusa, ma che in realtà, alzando leggermente la tapparella, permette di entrare: pochi secondi e siamo dentro (nonostante un problema alla spalla che mi perseguita da tempo).

È un cinema, devastato, umido, marcio, inguardabile: ma osservando bene presenta tanti spunti fotografici, di quelli che piacciono a me. Meglio di come si potesse pensare a prima vista dall’esterno: scattiamo nell’entrata, nel salone principale, c’è solo un divano pieno di scritte, le pareti hanno graffiti, il soffitto crolla e la struttura, nonostante sia moderna, implode su se stessa. Il piano superiore è ancora più interessante: c’è un bagno e la sala proiezione. Molto bella. Pensavamo fosse un giro a vuoto e invece, come spesso accade, le apparenze ingannano: specialmente se filtrate da un obbiettivo fotografico.

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La palazzina Liberty di Ferrania

POSTED ON 1 Apr 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, industrial, liberty, drone

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Di fronte alla vecchia fabbrica della Ferrania trova spazio una strana palazzina in stile liberty. È la centrale Elettrica SIPE, ormai abbandonata da tempo e vincolata dalla Soprintendenza ligure dal 2016. È bellissima. Costruita nel 1916 su progetto dell’architetto milanese Cesare Mazzocchi mostra ancora la sua antica bellezza, nonostante sia dimenticata da anni, con le meravigliose decorazioni geometriche, gli enormi finestroni e il ferro battuto. I disegni originali del progetto -studiati da Alberto Manzini- sono conservati presso l’archivio del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART) e riprodotti presso il Ferrania Film Museum.

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Ferrania, la storia dimenticata

POSTED ON 31 Mar 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX, industrial, drone

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La storia della Ferrania nasce nel secolo scorso e si dipana in quasi 100 anni di storia. Sulla pellicola prodotta in questo stabilimento della Valle Bormida è scritta la storia d’Italia: La ciociara, Mamma Roma, Roma città aperta hanno in comune non solo l’ambientazione romana, ma sono tre capolavori del cinema italiano uniti anche dalla pellicola che porta il nome del piccolo paese alle spalle di Savona.

L’azienda nasce dalle ceneri della milanese Società italiana di prodotti esplodenti (Sipe), fornitrice dell’Esercito e della Marina, che nel 1906 acquisì un dinamitificio francese di Cengio, ponendo le basi perché la Val Bormida diventasse un importante polo dell’industria chimica nazionale. Con il primo conflitto mondiale, Sipe arrivò a produrre fino a 100 tonnellate di esplosivo al giorno e fu così che si espanse aprendo, nel 1915, lo stabilimento di Ferrania.

Dopo la guerra la produzione fu convertita: la nitrocellulosa, a un grado minore di nitrazione, unita alla canfora come plastificante, da esplosivo diviene pellicola. È la svolta, nacque la Fabbrica italiana lamine Milano (Film) consociata con la Pathé Frères di Vincennes, la maggiore fabbrica francese di materiale sensibile, fondando, nel 1923, quella che poi sarebbe diventata la Ferrania. Nel 1932 venne assorbita la milanese Capelli dando vita alla Film Cappelli–Ferrania, successivamente venne assorbita un’altra azienda milanese, la Tensi, e nel 1938 la ragione sociale venne modificata, diventando semplicemente Ferrania. L’azienda produceva, oltre alla pellicola, anche attrezzatura fotografica tramite la Società Anonima Apparecchi Fotografici Ferrania con il marchio Ferrania-Galileo; alcuni modelli, come la Condor I, o la Elioflex (del 1950), sono diventati iconici e hanno costruito la storia della fotografia italiana (e non solo). L’azienda arrivò anche a pubblicare, dal 1947 al 1967, una rivista, un periodico che si occupava di fotografia e che portava il nome dell’azienda.

Lo scenario tornò internazionale nel 1964: dopo un anno di trattative, il colosso americano 3M (Minnesota Mining and Manufacturing) rilevò Ferrania dall’Ifi per 50 milioni di dollari, corrisposti in parte in azioni. A guidare la società nel trentennio successivo saranno diversi manager del gruppo 3M, tutti americani, affiancati da Direttori di fabbrica italiani. Nel 1971 divenne 3M Italia, con quasi 4mila dipendenti nella sola Ferrania e una nuova sede a Segrate, in provincia di Milano. Negli Anni 80 e 90 Ferrania fu parte integrante della multinazionale; lo stabilimento non produceva soltanto pellicole per il cinema, ma anche per il settore medico, nel campo della diagnostica per immagini. La forza lavoro scese progressivamente, fino a tornare sotto le 2mila unità.

Nel 1996 iniziò il declino, 3M smise di produrre materiale fotosensibile e trasferì i settori della pellicola e del magnetico a una nuova compagnia indipendente, con sede americana, che prese il nome di Imation. Ci fu una contrazione degli investimenti con la chiusura di diversi stabilimenti europei. Nel 2004, con 850 dipendenti e 70 milioni di debiti, Ferrania fu posta in amministrazione straordinaria. Ci fu una mobilitazione di massa, ma ormai la strada era tracciata. Nel 2005 la fabbrica venne acquistata all’asta da una cordata di imprenditori genovesi, che diede vita a Ferrania Technologies, per la produzione di pannelli fotovoltaici, intermedi farmaceutici, chimica per imaging. Ma la stagione del fotosensibile, con l’avvento del digitale, era definitivamente terminata. Si cessò la produzione della pellicola e i pochi lavoratori rimasti vennero posti in mobilità, fino alla definitiva chiusura. Nel 2018 è stato inaugurato a Cairo Montenotte il Ferrania Film Museum, che mostra e racconta la storia e le dinamiche socioculturali della Ferrania. Nel 2019 con il forte ritorno della pellicola e del vintage, una nuova azienda, fondata da Nicola Baldini e Marco Pagni, ha ripreso a produrre, nello stabilimento FILM Ferrania di Cairo Montenotte, una nuova versione della celebre P30. Sono piccoli frammenti di memoria, un ritorno al passato, per non dimenticare una storia davvero importante.

Questo è un piccolo resoconto della storia della Ferrania, con una semplice ricerca è possibile approfondire in modo ulteriore i pochi importanti concetti che ho riportato. Il mio reportage sulla Ferrania mi piace definirlo, un po’ pomposamente, monumentale: in 3 diverse esplorazioni divise in 4 anni, con 2 fotocamere diverse, un drone e 5 ottiche, ho scattato 606 foto. Ne pubblico solo 82, sul quale, diversamente dal solito, ho forzato in modo forse eccessivo la post. Credo possano raccontare la situazione attuale di uno stabilimento che ha vissuto un secolo di emozioni, anche e soprattutto su pellicola.

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