Era un sabato pomeriggio di primavera, le prime giornate in cui la luce permette di rimanere in giro -per foto- sino a tardi. Un piccolo giro, un’ispezione veloce in una zona che ormai inizio a conoscere come le mie tasche. Ed è una zona davvero vuota e desolata, proprio come le mie tasche. Uno strano edificio, chiaramente abbandonato, ma poco interessante: è stato mappato, ma da fuori non presenta nulla che possa attirare la nostra attenzione.
È un cinema, devastato, umido, marcio, inguardabile: ma osservando bene presenta tanti spunti fotografici, di quelli che piacciono a me. Meglio di come si potesse pensare a prima vista dall’esterno: scattiamo nell’entrata, nel salone principale, c’è solo un divano pieno di scritte, le pareti hanno graffiti, il soffitto crolla e la struttura, nonostante sia moderna, implode su se stessa. Il piano superiore è ancora più interessante: c’è un bagno e la sala proiezione. Molto bella. Pensavamo fosse un giro a vuoto e invece, come spesso accade, le apparenze ingannano: specialmente se filtrate da un obbiettivo fotografico.