Da subito non ho ben capito l’origine della definizione Zig-Zag, ma devo ammettere che mi ha colpito quell’idea di curve strette e arzigogolate; quando mi sono trovato sul posto ho trovato notevoli difficoltà, perché ho iniziato a intuire il significato del nome in base alle complicazioni fotografiche. Nonostante la bellezza incredibile, questa particolare chiesa abbandonata mi ha lasciato un senso di insoddisfazione dovuto alla stranissima geometria, alle luci decisamente difficili, al senso di percezione cartesiana completamente fallace. Quando si varca la soglia del portone -rispettate la casa di Dio col silenzio e la preghiera- si rimane sopraffatti dal vorticoso susseguirsi di linee, simboli, segni, affreschi, colori. È difficile percepire un’origine, capire il senso fotografico delle luci e delle ombre: mi sono estraniato in modo totale dal tempo e dallo spazio e ho scattato senza riuscire a cogliere (almeno credo) l’entità e la solennità del luogo (forse in un paio di scatti). Ho rispettato con il silenzio, non certo con la preghiera, ma probabilmente non ho rispettato con le immagini questa meravigliosa chiesa dedicata a San Giovanni Battista. E il rispetto è un fattore importante.