Io sarò è l’unica opera fissa dell’evento Cuneo Provincia Futura; di conseguenza è anche il meno spettacolare. Ma come tutte le altre opere di Alessandro Marrazzo ci costringe a riflettere: che futuro lasceremo ai nostri figli? Saremo stati buoni antenati? Sono domande molto attuali che al momento non trovano risposta.
Colgo l’occasione per mandare un messaggio a Carlo Bo, sindaco di Alba: guardi come ho pulito alla perfezione piazza Michele Ferrero. Me lo merito un tarfufo? Piccolo, 100 grammi saranno più che sufficienti. :-)
Ero indeciso se fotografare, pioveva, ero al caldo al bar Hemingway a degustare un delizioso mojito alla liquirizia. Nonostante tutto ha prevalso la voglia di reportage: la pioggia era calata di intensità e questo mi ha permesso di fotografare con calma la piazza deserta. Fra la prima e la seconda foto mi hanno simpaticamente spento i raggi di luce che proiettano nel cielo; mai una gioia. :-)
Un bambino tende la mano verso il suo “Futuro”, una scritta che si riflette all’infinito, vicina e inafferrabile come il domani. Un sogno illumina il cielo di Alba, due colonne luminose solcano la notte. Protetto da una caleidoscopica teca trasparente, il futuro si specchia negli occhi del Bimbo. Io sarò è un’installazione monumentale che vede protagonista un bambino che guarda una parola di luce, la parola Futuro. Il piccolo tende la mano per toccarla come a provare a impadronirsene, ma una spessa lastra di vetro impedisce il contatto. La parola Futuro si rispecchia all’infinito all’interno della grande teca di cristallo per evocarne l’immensità; intorno, due lunghi fasci di luce si innalzano come colonne senza fine nel buio del cielo notturno di Alba a simboleggiare l’infinito anche fuori dall’opera. Un’opera simbolica sulla crescita e l’inafferrabilità del tempo che sarà.