Io sono nato qui, nel lontano ottobre del 1966. In questa casa sulla destra. E qui ho vissuto un periodo bellissimo della mia vita: non c’erano macchina all’epoca e si poteva uscire senza paura. Qui abitavano tre bambini: con Marco e Francesca ho passato intere giornate a giocare. La televisione non esisteva, internet era solo un pensiero lontano nella mente di alcuni visionari. E si scendeva in strada, con il pallone e la bicicletta. E si tornava a casa sempre sporchi di fango, ma felici. Non è cambiato molto, anzi, è rimasto tutto identico come all’inizio degli anni 70. Hanno solo costruito una grande panchina gialla pochi metri più in là; non so perché. Forse è meglio non chiedere, non indagare. Qualche giorno fa ho rivisto Francesca, è rimasta la stessa bambina allegra di sempre: ci siamo abbracciati come se non fossero passati quasi 50 anni da quei giorni ingenui e sorridenti. Vive a Cuneo con la sua famiglia, è felice. Io invece vivo a Torino, e sono rimasto la clamorosa testa di cazzo di sempre. I fantasmagorici anni 80 mi hanno segnato il cuore e l’anima. E’ solo quando torno a casa che ritrovo un minimo di lucidità: è l’aria triste di Borgata Palazzetto a Clavesana. Io sono nato qui.