In questi giorni è tornata alla ribalta la Caserma Durando di Mondovì. Tutto perchè John Aimo, presidente della sezione monregalese di Italia Nostra, ha denunciato alla Stampa la situazione di degrado in cui versa l’ex caserma. A Mondovì però conoscono tutti la situazione della Durando, tristemente nota anche per il ritrovamento, nel 2010, del cadavere di Romano Ferreri; la conosce soprattutto l’amministrazione comunale visto che il comune spende annualmente cifre importanti per la gestione e la messa in sicurezza del fabbricato. Le mie foto risalgono a qualche mese fa e probabilmente la situazione da quel giorno è cambiata: il divano che si trovava in una stanza del piano inferiore credo non ci sia più, bruciato in un incendio quasi sicuramente doloso. La situazione della caserma era già difficile: il tetto crollava, le scale erano senza protezione, i calcinacci cadevano un po’ ovunque. All’interno è tutto distrutto, devastato, e si vede chiaramente il risultato dell’incuria e dell’abbandono; non credo che la struttura (a differenza del vecchio ospedale) sia ormai più recuperabile e un discorso di demolizione (non oso immaginare i costi) sarebbe forse il più appropriato per il futuro di questo stabile. Non bastano un paio di cartelli e qualche lucchetto. Ed è un peccato che un pezzo di storia così importante debba essere distrutto per colpa della poca attenzione.
Caro Samuele. Continui a saccheggiare posti già saccheggiati dal tempo, dall’incuria e dai vandali. Ottime foto sia tecnicamente che socialmente, di denuncia di un fenomeno che dovrebbe far sorgere domande, oltre le risposte, che non si vengono più poste.