Dopo oltre 10 anni sono tornato ad ammirare la straordinaria Lindsey Stirling. L’occasione è arrivata a Verona, al teatro Romano, una delle tre tappe del tour italiano della violinista statunitense (le altre Pistoia e Roma). È stato un concerto travagliato per il sottoscritto in quanto mi sono ritrovato a litigare per quasi l’intera durata del concerto. Il motivo? Non lo so nemmeno io, forse le dimensioni (e il colore) del 70-200 Canon.
Ma durante il concerto, dopo la finestra consentita ai fotografi, l’organizzazione ha deciso di passare dal sottoscritto minacciando di chiamare la sicurezza se avessi continuato a scattare foto, tutto questo nonostante all’interno del teatro metà del pubblico fosse intento ad utilizzare gli smartphone per riprendere e fotografare. Mi hanno scambiato per un fotografo (al quale era consentito scattare solo durante i primi tre pezzi) e non c’è stato verso: ho mostrato il biglietto e a quel punto mi hanno detto che non sarei potuto entrare con la macchina fotografica (e ho fatto notare che la sicurezza mi aveva consentito l’accesso con lo zaino).
Io ovviamente ho continuato a scattare perché assolutamente nella ragione. Ad un certo punto, spazientito, ho detto al tizio, che per l’ennesima volta veniva a minacciarmi, che non scattavo foto, ma che utilizzavo il 70-200 come cannocchiale per vedere meglio il palco. All’ultimo, poco prima della fine del concerto, ho mandato a quel paese la gentile signora che da 4 metri mi ha gridato “basta” con un movimento repentino della mani e lo sguardo truce. Prima di uscire ho tolto la schedina dalla macchina fotografica, per sicurezza. Ma nonostante l’opera di disturbo mi sono goduto il concerto e ho trovato nove foto interessanti. Alla prossima Lindsey.