Mi sono imbattuto in un’altra discussione, sul social di Mark Zuckerberg, dedicata alla fotografia urbex e come sempre si passa da un’esasperazione ad un’altra; l’argomento è uno dei grandi classici: la pubblicazione delle foto in esterno. E come al solito è una discussione totalmente inutile perché bisogna usare, come in tutte le cose, un po’ di logica e un po’ di cervello: un giusto mix.
È vero che le foto in esterno permettono facilmente di risalire alla location e alle coordinate di un luogo abbandonato, ma non esistono solo il bianco e il nero, ci sono diverse sfumature di grigio e non possiamo permetterci di fare di tutta l’erba un fascio: se io pubblico le foto dell’esterno del vecchio Ospedale di Mondovì non è un grosso problema, perché l’Ospedale di Mondovì è un luogo pubblico e lo conoscono tutti. Non c’è nulla da rubare all’interno e anche eventuali graffiti sulle pareti non sarebbero un peccato mortale perché la struttura andrà completamente ripristinata. Il discorso è diverso se parliamo di una villa privata con ancora gli arredi all’interno: è chiaro che le foto dell’esterno potrebbero portare personaggi loschi, ladri e rigattieri a rubare tutto il possibile (e forse anche qualcosa di più).
E’ chiaro che in strutture di particolare pregio esiste il pericolo della deturpazione, dei graffiti, delle bombolette spray: ma nel caso sono quasi sempre gli abitanti del luogo (magari giovanissimi) ad essere i primi a scoprire la location; è quasi impossibile che un vandalo parta da Milano per andare a Imperia solamente per deturpare.
Ma come in tutte le cose è sempre necessario riflettere e pensare: capire la situazione e valutare. Quando in un luogo abbandonato non c’è più nulla da rubare potrebbe verificarsi addirittura il caso contrario: che le foto smuovano l’opinione pubblica per salvaguardare il luogo abbandonato. È quello che il FAI propone da anni (con risultati decisamente interessanti) e che per esempio è successo con il Vecchio Teatro di Mondovì: la giunta comunale si è mossa e ha predisposto un piano per la messa in sicurezza e per garantire ai visitatori un affaccio per ammirare la meraviglia che si nasconde nel cuore del quartiere Piazza. Concludo con un brevissimo recap: usare sempre il cervello e mai generalizzare. Perché generalizzare è il male.