Questo piccolo angelo (quello della foto) ha passato l’ultimo giorno dell’anno in punizione (perché qualche volta, raramente, diventa demone). Ma credo che oggi riuscirà comunque ad andare al cinema: in famiglia non riusciamo ad essere cattivi e severi come sembra. E colgo l’occasione per pubblicare questa immagine, la prima scattata con il nuovo RF 50 F/1.2 L USM, ovviamente a tuttaapertura. Si tratta di uno Ius Primae Fotis, una definizione, un piccolo gioco di fotodialoghi, la mailing-list dedicata alla fotografia che frequentavo nel secolo scorso. Oggi è anche il primo giorno del nuovo anno e per augurarVi (di nuovo) uno splendido 2020 utilizzo queste bellissime parole di Sara Taricani: sono in bozza da due anni, e finalmente è giunto il momento di utilizzarle.
Si chiude un anno che ci ha amato e sfidato, un giocoliere che ci ha tenuto col fiato sospeso mentre lanciava in aria le crisi, le speranze, le certezze e le fragilità, legandole in coreografie diverse, a volte indulgenti, a volte spericolate. Come un artista, è stato capriccioso e seducente. Crudele, quando ha colpito basso. Fedele, quando ha realizzato i programmi, facendo fruttare ciò che si era piantato. Ha viaggiato deridendo la bussola, seguendo la rotta. Ha esplorato con noi nuove terre con poca convinzione, con divertita curiosità. Ha consolato con delicatezza, ha giudicato senza pietà. Ci ha ammonito tutti: il passato non va dimenticato. Ha mortificato la nostra ingenuità: per spingerci avanti, bisogna lasciar andare il peso che portiamo. L’anno si chiude con l’invito ad aprire. Il nuovo che ci attende è la più bella eredità dei capitoli già scritti. Il nuovo che ci attende porta cambiamenti che neanche si possono immaginare. Buon anno a tutti voi.
– Sara Taricani