Qualche giorno fa mi è capitato sotto gli occhi un articolo che prendeva di mira, in modo dissacrante e sarcastico, i fotografi alle prime armi che, dopo un corso di fotografia e qualche like, pretendono di insegnare e organizzano workshop. Niente di nuovo sotto il sole, ma un passaggio l’ho trovato oltremodo interessante (e divertente): era una critica molto forte a chi demonizza il rumore. Mi è piaciuto molto perché in alcuni frangenti (e nell’articolo si parlava chiaramente di concerti) trovo che il rumore sia quasi necessario, poetico, intrigante. E questa immagine che ho scattato al concerto di Levante (fra pochissimo le altre) chiarisce in modo inequivocabile questo concetto: la grana (che ho addirittura aggiunto in fase di post-produzione, nonostante abbia scattato a 1600 iso) è parte integrante della foto, la completa, la rende migliore. E più interessante, quasi vintage direi.
[…] Hai fotografato 3 concerti ignorando le luci cool, flashando come un ossesso perché al corso base da 80 euro (con due uscite didattiche) ti hanno detto che il rumore fa schifo. […]
Stesso discorso per la scrittura ma peggio. Perché la reflex costa ed è già una sorta di selezione. La carta no, purtroppone.
->Carlotta: Cioè, mi stai dicendo che anche gli scrittori (o presunti tali) si lanciano nell’arte dell’insegnare a scrivere dopo (faccio un esempio) il primo libro???
Chissà che non riesca a fare chiarezza sul mondo della fotografia attraverso il colloquio con tutti voi? Ho tanti dubbi, poche certezze e, soprattutto, sull’utilità o meno dell’utilizzo dei “correttivi” che imperversano sul web. Secondo me la foto deve essere tale e quale si scatta, senza pentimenti o recriminazioni, con poche correzioni dovute all’improvvisazione dello scatto che non sempre ti mette nelle condizioni di ottimizzarlo tecnicamente. Ma queste sono solo le mie idee.
->Giancarlo: E’ che sono idee interessanti e condivise da molti, soprattutto ultimamente. E’ un discorso complesso, dopo il fotoritocco è ancora fotografia? Io credo che sia una rappresentazione, una visione personale del fotografo/artista. E’ consentito? Nel reportage no, assolutamente. Perché è documentaristico. Per tutti gli altri settori della fotografia sono favorevole al fotoritocco. Ci sono tantissimi fattori da valutare ed ogni fotografia fa storia a se.
Il rumore è un difetto, un disturbo. Ciò non toglie che possa essere usato in modo creativo con ottimi risultati (io sono il primo ad averlo enfatizzato in fase di sviluppo delle pellicole in diversi modi compresa la reticolatura), ma senza cadere nell’opposto, cioè che qualsiasi foto brutta, sfocata, contrastata e piena di grana o rumore diventi automaticamente bella. La fotografia serve per raccontare e, se per farlo occorre il rumore, ben venga. Usarlo quando serve, usarlo per raccontare meglio, usarlo con grano salis, non demonizzarlo ma neanche credere che possa servire a nascondere le foto uscite male.
->Rino: Come non essere d’accordo? La mia considerazione era dovuta soprattutto a quando il rumore è fisiologico. Se scatto a 3200 iso per necessità è inutile combattere. Il rumore c’è e ci deve essere e non toglie nulla alla foto.
Beh, l’intera foto è risultato della modulazione del rumore, in pratica l’immagine ne deve emergere.
Pensare di poter annullare il rumore è come pensare di realizzare un dipinto senza la tela.
:-)
Samuele, ma anche senza aver pubblicato niente. E senza fare un mestiere anche solo vagamente attinente. Puoi anche non aver mai scritto niente ma se fai l’editor ad esempio come insegnante potresti anche funzionare.