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Ex Italcementi
POSTED ON 23 Feb 2016 IN Reportage

Ex-Italcementi #01

Ad Imperia esiste da sempre. Almeno da quando io posso ricordare. È la fabbrica Ex Italcementi come tutti la chiamano qui. Ci ho abitato molto vicino per 15 anni ed era un luogo proibito: per noi bambini era il male assoluto, non potevamo nemmeno avvicinarci. E’ stata chiusa ad inizio anni ’70, dopo un periodo a scartamento ridotto. In rete non ho trovato molte notizie, il vuoto assoluto. Sono anni che si parla di una riqualificazione ma ovviamente mancano sempre i fondi (per le cose importanti quelli mancano sempre) e rinvio dopo rinvio sono passati quasi 10 lustri. Domenica ho deciso di farci un giro. La mia curiosità UrbeX ha preso il sopravvento.

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Entrare non è proprio semplice ma nemmeno impossibile. Desolazione è la prima parola che mi è venuta in mente appena arrivato all’interno. Bruttissimo. Un mostro di cemento cadente, rovinato dal tempo e dagli eventi atmosferici. Mi ha subito colpito un cartello: “Attenti al treno”. E’ ancora lì. Dentro non c’è niente, nemmeno l’ombra di quello che fu. Negli anni deve esserci passata davvero tanta gente, giovani in cerca di avventure e magari di qualche brivido. Il proibito ha sempre il suo fascino. Ci sono scritte sui muri e disegni: alcuni anche di qualità. E in un posto del genere stupiscono per l’allegria, i colori e l’ironia. Ci sono vetri rotti, muri spaccati, un odore particolare di cemento stantio.

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Negli anni è stata anche dimora (fissa) per famiglie di ROM, in un angolo dello stabilimento si può ancora trovare un’abitazione (lasciata in fretta e furia) con le decorazioni natalizie appese. Recentemente la società proprietaria dello stabile (si, è privato) è stata costretta a bonificare circa 1200 mq di lastre di amianto presenti sulla copertura del capannone. Adesso si parla di mettere le basi per un prossimo intervento di riqualificazione dell’area. Speriamo. Io credo sia giunta l’ora che Imperia dia una svolta. E iniziare con l’Ex Italcementi sarebbe un segnale interessante.

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Lo stabilimento dell’Italcementi fu realizzato nel 1900 (prima c’era una fabbrica di esplosivi, la Muller e poi una di laterizi, la Rovere), nel 1909 diventa “Portland” e nel 1923 si fonde con la Società Italiana dei Cementi di Bergamo e si rilancia con 4 forni. Nel 1926 è una delle prime aziende del settore a dotarsi di un forno rotante. Lavorava la marna di cemento della miniera Terra Rossa (in via Nazionale) trasportata con teleferica di 3 km. Produceva 1500 quintali di clinker al giorno e impiegava 100 operai. Il cemento di Imperia è stato utilizzato per numerose opere pubbliche, tra cui: porto di Bengasi, viadotto di Cuneo a due piani, strada Tripoli-Homs, copertura del Bisagno e di piazza della Vittoria. Nel 1939 fu realizzato il secondo forno rotante e la produzione raddoppiò. I dipendenti salirono a 150. Poi il declino, nel 1967 i dipendenti scesero a 60 e pochi anni dopo chiuse. La proprietà finì in un giro di banche e di sequestri ed oggi è ancora “gestita” da un curatore fallimentare. (From Focus Imperia).
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