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Per un pugno di gamberi
POSTED ON 7 Feb 2024 IN Street     TAGS: travel, HappyMarketTuesday, tradition

Per un pugno di gamberi

Carciofi alla brace (cacocciuli arrustuti)
POSTED ON 6 Feb 2024 IN Street     TAGS: travel, food, happymarkettuesday, tradition

Carciofi alla brace (cacocciuli arrustuti)

Una delle meraviglie del viaggio è provare la cucina locale; è possibile scoprire nuovi sapori e assaporare cibi conosciuti preparati all’origine. E quando ho visto la strana brace con i carciofi mi sono fatto raccontare la tradizione catanese dei cacocciuli arrustuti. Non ho resistito alla tentazione e (dopo aver fotografato) ho deciso di assaggiare il famoso carciofo: mi sono seduto sugli scalini del mercato del pesce di Catania e, accompagnato da una birra, ho provato il cacocciulo arrustuto: assolutamente da non perdere durante una visita a Catania.

Essenziale
POSTED ON 28 Dic 2023 IN Reportage     TAGS: EVENT, religion, tradition, xmas, nocturne

Nuovi cambiamenti

Questo è il Natale che fa tornare all’essenziale, che mostra quello che conta davvero, vuoi attraverso una conferma o un cambiamento, che invita a guardarci dentro e guardare fuori con fiducia e coraggio, sapendo che quello che abbiamo vissuto finora ci prepara, anche nostro malgrado o forse, soprattutto nostro malgrado, a nuovi cambiamenti.
– Sara Taricani

Presepe vivente di Bagnasco -2023-
POSTED ON 27 Dic 2023 IN Reportage     TAGS: EVENT, religion, tradition, xmas, nocturne

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Devo ammettere che quest’anno non era mia intenzione tornare a fotografare il Presepe Vivente di Bagnasco, ma data la presenza di un gruppo fotografico monregalese piuttosto nutrito ho deciso di unirmi a loro per osservare, anche nel 2023, la celebre rappresentazione storica (poi in realtà siamo rimasti in 2, ma è un’altra storia)(e poi mi assale sempre il dubbio: ma nell’anno zero, in Palestina, si mangiava la Bagna Cauda?). Complice un paio di novità tecnologiche ho scelto di affiancare alla coppia R+85 anche il binomio R7+35 (che diventa 56mm su APS-C): l’ambiente del presepe di Bagnasco è molto buio e senza ottiche luminose diventa proibitivo. Esiste sempre l’alternativa del flash (meglio off-camera), ma mi sembra di diventare troppo invadente anche se, in alcune circostanze, un lampo di schiarita mi avrebbe sicuramente fatto comodo e salvato da un paio di errori di messa a fuoco millimetrici (ma scattando a 1.2 è complicato raggiungere la perfezione).

Ho camminato e osservato per un paio di giri del presepe (che scorre lungo una linea retta), con molta calma, anche sorseggiando del Vin Brulè, alla ricerca di ritratti che potessero attirare la mia vena artistica: sono scappato via prima della rappresentazione (a gambe levate) e giocoforza mi sono limitato al solo reportage umano, una serie di volti e persone che animano il presepe.

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L’antico sistema del Biale di Ormea
POSTED ON 11 Giu 2023 IN Reportage     TAGS: tradition, water, silver, 50ne

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Quello che a Ormea viene definito Biale è un antico sistema ottocentesco per sgombrare la neve dalle dalle vie del centro paese. Con un sistema di chiusini l’acqua del torrente Armella viene fatta esondare, scorrere per le strade in discesa e, governata dagli esperti, ritornare nel proprio alveo, portando con sé neve e detriti. In tempi moderni il Biale viene utilizzato per pulire Via Roma, la strada più caratteristica di Ormea, il cuore pulsante del paese. A inizio luglio invece la tradizione diventa folklore: si chiama Ormea in onda e via Roma diventa un lunghissimo scivolo, una gigantesca pista sull’acqua (la più lunga d’Italia dicono), sul quale intrepidi avventurieri si tuffano a bordo di salvagenti e materassini. Oggi le strade venivano pulite per la festa del Corpus Domini e non ho resistito alla tentazione di fotografare il momento.

Per l’occasione gli abitanti di Via Roma (el bulgu) e dei vicoli (i trevi) in cui passerà la processione col SS. Sacramento, confezionano le tradizionali ghirlande di fiori, soprattutto fiori di maggiociondolo (anbulnu), sospesi fra le case da una parte all’altra delle strade, costituiscono insieme a luci variopinte, tappeti, tovaglie ricamate appese ai balconi, frasche di alberi che coprono i piccoli portici per l’accesso ai cortili interni (el culte), vasi di fiori, petali disposti in terra a mo’ di croce od altri disegni, è l’omaggio esteriore al SS. Sacramento, oltre ad un particolare momento di folklore.

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Baìo 2023 -una festa di colori-
POSTED ON 6 Feb 2023 IN Reportage     TAGS: event, tradition

Baìo 2023 /05

Se dovessi scegliere un sottotitolo non avrei dubbi: Di uomini, di costumi e di strani cappelli. La Baìo è una festa tradizionale occitana che si svolge ogni 5 anni a Sampeyre e nelle sue borgate: Rore, Calchesio, Villar e Becetto anche se quest’ultima non partecipa alle celebrazioni per via di un ostracismo dovuto ad un fatto di sangue che risale all’ottocento. La festa si svolge in tre giorni: due domeniche e il giovedì grasso. Secondo la tradizione la prima domenica (cioè ieri) la Baìo di Sampeyre riceve la visita di quella di Calchesio, mentre Rore e Villar circoscrivono il loro territorio. La seconda domenica è il giorno più importante: tutte le Baìo si recano nel capoluogo per unirsi a quella di Piasso (che significa capoluogo, cioè Sampeyre). Mentre il giovedì grasso la festa è caratterizzata dai processi: ogni gruppo giudica il proprio tesoriere accusato di furto.

Una tradizione, consolidatasi in tempi relativamente recenti, ma che si è radicata profondamente nell’opinione popolare, indica la Baio come un ricordo, una rievocazione storica delle incursioni di predoni saraceni che verso l’anno mille, provenienti dalle coste della Provenza, avrebbero terrorizzato la valle: la popolazione locale, insorta in armi, avrebbe liberato la propria terra da questo pericolo.

Non sapevo come gestire fotograficamente l’evento, per quanto avessi letto e cercato informazioni non ero preparato a sufficienza. Sono partito di mattina presto in direzione Calchesio (Chucheis) per fotografare la prima Baìo che si radunava (ore 9:00). È stata una scelta indovinata: il raduno è quasi intimo, l’atmosfera è più rilassata, c’è meno gente ed è più facile integrarsi. Finita la sfilata sono iniziati i balli in piazza e io sono partito alla volta di Sampeyre: qui la situazione è più confusa, i turisti amano alzarsi con calma e convergere verso il fulcro della manifestazione. Ho seguito la sfilata, ma ho evitato di concentrarmi sulla festa in piazza per riuscire ad andare a Rore. A Roure (come si dice qui) invece la sfilata era terminata da tempo ed era arrivato il momento del pranzo. E del vino, ampiamente versato dai Cantinìe, d’altronde sono le truppe addette al vettovagliamento e spetta loro il compito di far ubriacare i partecipanti.

Mi aspettavo cappelli strani e una tradizione antica: sicuramente non sono rimasto deluso. Quello che però mi ha colpito è il modo di vivere la Baìo: non saprei come descriverla, ma non è un’esibizione per il pubblico. È una festa del paese e dei suoi abitanti che sopporta l’arrivo di spettatori. È un evento che potrei definire quasi intimo, che subisce, e viene sorpreso, dall’invasione dei curiosi e dei fotografi. Per certi versi sono rimasto infastidito: mi sono sentito un elemento estraneo, un disturbatore, ma devo ammettere che questo modo arcaico, fuori dal tempo, di vivere la festa è molto affascinante.

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