Balestrino, in provincia di Savona, è uno dei più conosciuti paesi abbandonati d’Italia. Si trova abbarbicato su uno sperone di roccia in una posizione che sembra quasi innaturale, forzata. I motivi del suo abbandono sono tanti e hanno radici nella storia di due secoli: nel 1850 un violento terremoto compromise in modo importante il paese e nel corso degli anni frane e smottamenti iniziarono a decretare la lenta e inesorabile morte del paese, sino a quando, nella seconda metà del secolo scorso, gli abitanti di Balestrino, spaventati dalla situazione, decisero di costruire un nuovo centro urbano a pochi passi di distanza. Fra il 1962 e il 1963 si perpetrò lo svuotamento del vecchio abitato, i materiali delle abitazioni vennero in parte utilizzati per costruire il nuovo paese e questo contribuì a far diventare Balestrino vecchia uno scheletro, un paese fantasma.
Dal 2015 il paese è in fase di ristrutturazione e messa in sicurezza: non credo possa tornare a vivere, sicuramente potrà tornare ad essere meta di curiosi, turisti e appassionati.
Mi ricordo sì, ho fatto in tempo a vederlo abitato… c’era tutto, c’era il cinema parrocchiale, ci andavamo sempre. E poi la drogheria, macellerie, due barbieri, andavamo sempre lì a tagliarci i capelli. C’era tutto nel borgo vecchio, i marchesi avevano pensato a tutto. E la domenica, quando si andava a messa, quelli delle frazioni in alto scendevano giù con le scarpe pulite in un sacchetto: le mettevano, entravano in chiesa, uscivano, e le toglievano per rimettersi quelle distrutte.