And we’ll never be royals
It don’t run in our blood
That kind of luxe just ain’t for us
We crave a different kind of buzz
Let me be your ruler, you can call me Queen Bee
And baby I’ll rule
Let me live that fantasy (Lorde)
Domenica scorsa ho partecipato (ma in realtà soprattutto organizzato) un workshop di fotografia con il bravissimo Paolo Viglione (lui in realtà è un fotografo di matrimoni, ma vede la luce come pochi). E con Isy in qualità di modella e musa fotografica, ma credo che questo ormai l’abbiate capito. Non era un workshop sul ritratto, c’era una modella bellissima, questo è vero, ma abbiamo parlato per quasi 6 ore esclusivamente di illuminazione: il tema della giornata era alla ricerca della luce perfetta. Ricerca che per molti è difficile, talvolta impossibile, ma che Paolo riesce a concretizzare con un semplice sguardo d’insieme. Ed è bellissimo scoprire che in un angolo dove nessuno avrebbe osato fotografare è possibile trovare la luce perfetta per scattare la migliore immagine della giornata; e forse ancora meglio è riuscire a riflettere e capire per quale motivo si tratta dell’angolo migliore. Io avevo già partecipato a qualcosa di molto simile, sempre con Paolo, ma repetita iuvant. Abbiamo scattato tenendo ben presente i colori primari e complementari, per realizzare immagini semplici ma d’impatto (stile McCurry per intenderci); io invece, che sono bastian contrario, ho preferito concentrare la mia attenzione solo sulla luce e ho pensato quasi esclusivamente in monocromatico. Ho scelto 4 foto (la prima è ambientata all’interno del bellissimo palazzo Fauzone di Montaldo), scattate in 4 angoli diversi, 4 scelte di luce: diffusa, tagliente, controluce, spot. E non si finisce mai di comprendere. La luce nel nostro caso.