Non sono un appassionato di automobili e nemmeno di sport automobilistici. E non mi piace nemmeno fotografare le automobili, forse in gara, ma ho provato raramente; anche se da bambino andavo con mio padre a vedere le prove speciali del Rally di Sanremo (a Rezzo). Però devo ammettere che la storia, qualsiasi tipo di storia, esercita sul sottoscritto un fascino particolare: e potrei ascoltare per ore i racconti, le leggende che si intrecciano con la realtà, le cronache dell’epoca e le curiosità degli eventi sportivi. Sono rimasto estasiato a sentire la storia della Mille Miglia, “La corsa più bella del mondo” come ebbe a dire Enzo Ferrari. Perché la Mille Miglia non è semplicemente una corsa automobilistica, è la storia di questo sport, è un mito che continua nel tempo, anche a distanza di oltre 60 anni dall’ultima vera gara. Il museo (bellissimo, ingresso 10 euro) conserva i cimeli, i reperti dell’epoca (fra cui circa centotrentamila documenti) e ovviamente alcune delle automobili (e non solo) che hanno reso celebre questa gara. Il Museo ha aperto al pubblico il 10 Novembre 2004 ed è situato all’interno nel monastero di Santa Eufemia, di proprietà del Comune di Brescia, complesso dal grande valore archeologico, storico e architettonico che da lungo tempo stava subendo un degrado inarrestabile e che grazie all’aiuto di fondi privati è stato recuperato.
Come scrivevo pocanzi non sono un grande fotografo di automobili, quindi ho cercato di trovare i dettagli più intriganti delle auto d’epoca e qualche particolare curioso. Bellissimo il manifesto d’epoca che ricorda che nel 1921 a Brescia (precisamente a Montichiari) si disputò il primo Gran Premio d’Italia, poi spostato all’autodromo di Monza, e davvero romantico il suggerimento di fare attenzione al passaggio dei corridori, perché la Mille Miglia si disputava sulle strade della prima metà del secolo scorso. Che pionieri, che epoca!
Ci sono due cose che nessun uomo ammetterà mai di non saper fare bene: guidare e fare l’amore.
– Stirling Moss