Il Teatro Carlo Bernasconi (dedicato al celebre produttore scomparso nel 2001) è stato per tanti anni un mondo intenso e feroce. Faceva parte, anzi, era il cuore pulsante, degli studios di Telecittà a San Giorgio Canavese: oltre 100mila metri quadri che comprendevano diversi teatri di posa, due set esterni e circa 6mila metri di uffici, camerini, saloni per il trucco, regie di produzione e montaggio e un’ ampia area, altamente tecnologica, per la post-produzione e la computer-grafica. Inoltre l’area poteva permettersi due hotel a 4 stelle, due ristoranti (fra cui il celebre Copacabana) e un enorme parcheggio, il tutto a soli quindici minuti d’auto dall’ aeroporto di Caselle e a quarantacinque dalla Barriera di Milano.
In questo teatro, dal 2000 al 2016, hanno lavorato sino a 1300 persone e sono state girate le puntate di Vivere e Centovetrine, le due soap opera italiane, prodotte da Mediaset, di maggior successo degli anni 2000. Poi la crisi, la cancellazione di Vivere nel 2008 e infine la chiusura di Centovetrine nel 2012 (nonostante ascolti di ottimo livello). Una vertenza sindacale, le proteste di artisti, lavoratori e telespettatori, un piccolo segnale di ripresa, un colpo di coda veloce che non ha impedito la fine di tutto il 13 marzo 2015 con il comunicato di Mediaset che annunciava la cancellazione ufficiale dai palinsesti. Un colpo pesantissimo per il Canavese già duramente provato dalla chiusura di Olivetti e Pininfarina. La situazione oggi è di completo degrado, tutto è abbandonato, l’insegna Teatro Carlo Bernasconi è stata coperta da teli di plastica: la sindaca di San Giorgio Canavese ha rivolto più volte appelli alla proprietà, ma al momento sono lettera morta. Esiste un futuro per la Hollywood del Canavese?