Se devo trovare un aggettivo per definire questa esplorazione scelgo triste: perché l’aria che ho respirato fra queste mura è stata strana, malinconica, deviante. Non ho visto un motivo, un filo conduttore: tutto mi è sembrato essere in disordine, alla rinfusa, senza una logica. Una logica, magari non apparente, deve sempre esserci, è fuori discussione, ma in questo caso ho trovato un senso poco coerente e mesto, confuso come la nebbia che in queste zone conoscono molto bene. Alpine è un nome di fantasia e trova la sua spiegazione nella bellissima e fiammante Renault Alpine rossa nascosta in garage. Diciamo quel poco che ne rimane, ma anche questa senza una logica apparente rispetto al resto.
Ho scattato quello che mi sembrava interessante, molto poco, e ho lasciato da parte il resto. Non sono riuscito a trovare nulla che potesse fornirmi una svolta positiva, qualcosa che mi dicesse vale la pena. Sono uscito in fretta e furia con un velo di paura e tristezza nelle ossa: come se la mancanza di una regola certificasse un fastidio immenso.