In Italia ci sono tutta una serie di luoghi abbandonati a metà. Tipicamente si parla di strutture comprate nell’idea di un rilancio sociale ed economico e poi nuovamente lasciate al loro destino; le cause sono sempre le stesse e non è difficile indovinare: finiscono i soldi. Quasi sempre perché non si sono calcolati costi e tempi in modo adeguato. Chiaramente sono tutte ipotesi, ma la pandemia che ha colpito il nostro paese (e non solo) non ha fatto altro che aumentare il disagio e le difficoltà. Nel caso di questa storica villa adagiata sul mare il caso è ancora più complicato: fu prima clinica per malati di tubercolosi, poi centro riabilitativo ortopedico e consultorio. Venne donata oltre quarant’anni fa da una famiglia torinese ad una precisa condizione: che fosse utilizzata a fini socio-sanitari. Purtroppo però i denari non sono mai abbastanza e la regione, proprietaria della struttura, decise di venderla per fare cassa. E non è servito a nulla il ricorso al TAR presentato nel 2008 dagli eredi della famiglia torinese proprio facendo riferimento al vincolo di destinazione a fini socio-sanitari.
Le notizie in merito alla situazione si fermano proprio al 2012 e non c’è traccia di quanto successo negli ultimi 10 anni. Sicuramente i lavori sono fermi da tempo e non sembra ci sia nessuna intenzione di proseguire: l’immobile tornerà alla Regione? Oppure, dopo essere stato violentato e abbandonato, diventerà l’ennesimo esempio di sfacelo all’italiana?