Oggi quella che noi possiamo considerare la collina di Torino è la porzione che forma un quadrilatero da San Mauro a Moncalieri, a Chieri, a Baldissero fino a richiudersi a San Mauro. Nei secoli scorsi l’interesse destato dalla produzione di un’eccellente qualità di vino portò il proliferare di filari intorno alle proprietà borghesi che in quel periodo vennero denominate vigne. Non si trattava di vere e proprie aziende come le intendiamo oggi, ma piuttosto di cascine padronali con un appezzamento di terreno coltivato a vite e una cantina per la vinificazione. La storia di Villa Richelmy è intrinseca alle vicende della collina torinese; fu vigna in senso lato, quindi residenza privata per poi diventare sede distaccata del dipartimento universitario di agricoltura.
Sul finire del secolo scorso venne tradita e abbandonata. Nei primi anni 2000 ci fu un timido tentativo di rilancio come residenza privata del quale rimangono qualche opera muraria, i resti del cantiere e la spazzatura. Ad oggi è lasciata al suo destino nonostante una vista incredibile sulla collina torinese e una storia secolare di ricchezza e nobiltà.
Buona sera Simone
se posso precisare, questa vigna risale ai primi del 600.(Richelmy diventa propietario dopo il 1754)
Le si confonde con la la villa Richelmy a Collegno.
Cordiali saluti.
Massimo.
La villa di Superga è stata di proprietà della famiglia Richelmy per circa 80 anni. La vendette il banchiere Agostino Richelmy negli anni 30 dell’Ottocento, in quanto la famiglia preferì la villeggiatura a Collegno, recata in dote dalla consorte di Agostino, Olimpia Cottolengo, dove i discendenti risiedono tutt’ora. È la villa di Collegno ad essere stata ricostruita sui progetti dell’architetto Carlo Ignazio Galletti, che nulla ebbe a che fare con la proprietà di Superga. Cordiali saluti, Stefano Caraffa Braga
Buongiorno,
mi interessa risalire alle proprietà di villa Richelmy nel 1900.
Ricordo, per sentito dire, che mia nonna dottoressa Caterina Durando Rocco, la prima donna laureata in Italia, acquistò la villa nei primi anni del 1900 e che vendette prima del 29. Nella Villa c’era un salotto Napoleone III, ancora in mano a noi nipoti, salotto lastronato in Bois de rose con inserti in porcellana, foderato di velluto liscio.
Grazie per ulteriori notizie.
Buonasera
per rispondere a Vittorio: dal libro di Elisa Gribaudi Rossi sulle vigne e ville della collina torinese, si deduce che quando l’autrice visitò la villa, ragionevolmente nei primi anni 70, essa appartenesse all’Osservatorio Piemontese di Orticoltura Alberto Geisser. Comunque anche io sarei interessato a sapere la storia recente della villa.
Grazie