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POSTED ON 3 Dic 2021 IN Reportage

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La Caserma Luigi Cavaglià di San Bernardino di Trana ha ammainato l’ultima bandiera nel 1996. Da allora è in stato di abbandono preda del degrado, dei vandali e degli artisti del graffito. Nel 2011 un gruppo di appassionati di softair (26 persone) fu sorpreso all’interno della caserma e denunciato dalle forze dell’ordine insospettite dalle numerose auto parcheggiate nei dintorni. Nel 2016 Ezio Sada, sindaco del comune di Trana, annunciò, con squilli di trombe, il trasferimento a titolo non oneroso di quello che viene definito ex magazzino chimico d’armata San Bernardino al comune da lui presieduto.

Quest’angolo del nostro paese torna così ai tranesi, dopo che circa un secolo fa alcuni di loro si videro espropriare i terreni per la costruzione del primo nucleo della caserma Cavaglià e dopo venti anni di abbandono e degrado di un bene pubblico che venne lasciato dai militari dell’esercito in ottime condizioni generali.

L’anno successivo ci sarebbero state le elezioni e sono comprensibili le dichiarazioni del primo cittadino che attualmente è vice sindaco. Sono passati 5 anni da quando il comune di Trana è diventato legittimo proprietario della Cavaglià, ma, duole ammetterlo, la situazione non è cambiata di una virgola nonostante le dichiarazioni bellicose dell’amministrazione comunale. Anzi, con il tempo le cose sono peggiorate e la caserma è ormai inghiottita dalla vegetazione. L’ennesimo miracolo politico italiano. :-(

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