E’ inverno e la neve, complice il freddo che persiste da inizio anno, copre tutta la zona con il suo manto bianco. Per entrare nella cascina è necessario circumnavigare la proprietà, nelle neve ghiacciata, ed entrare dal retro dove la rete lascia un passaggio. Appena entrati uno scoiattolo si ferma, ci osserva, e scappa velocemente. E’ la cascina dello scoiattolo: fin troppo facile, naturale, fisiologico. All’interno la struttura è molto particolare e non sono riuscito a capire come potesse essere divisa. C’è un corpo principale, una sorta di dependance, una cucina con ancora tutti gli strumenti per preparare e anche una camera sopraelevata con il solito quadro di Don Giovanni Bosco appeso sopra il letto: da queste parti la devozione per il santo di Castelnuovo d’Asti non ha davvero limiti. E’ la classica cascina di campagna, qui il tempo si è fermato al 2001; sono passati 20 anni, un’enormità, ma tutto è ancora conservato come se il proprietario potesse tornare da un momento all’altro. E’ davvero triste, ma anche romantico per certi versi. E’ il mondo dell’abbandono.