Si definisce villa del tappezziere per la enorme quantità di muri ricoperti da tappezzeria, una moda molto in voga nel secolo passato e che purtroppo sta tornando in auge (anche se in modo sostanzialmente diverso). Probabilmente il mestiere dei proprietario era un altro, ma si tratta solo di congetture. Sono foto di inizio anno e osservandole devo ammettere che, in quel periodo, il fish-eye non mi faceva certo paura: ho il vizio delle pareti esterne curve e ho sempre queste idea che la prospettiva accademica non sia la mia preferita. Ma qui forse ho esagerato, adesso limiterei l’utilizzo di linee distorte così eccessive. Abbiamo trovato questa villa quasi per caso, notandola da lontano e riconoscendo, ormai l’occhio è diventato attento ed esperto, il gusto dell’abbandono. Non certo una scoperta straordinaria, di come fosse in origine non rimane che qualche flebile traccia: ma le pareti si, le pareti hanno mantenuto l’idea perduta e affascinante di un tempo. Sono 30 foto, anche troppe, ultimamente però ho iniziato il vizio di mostrare il più possibile e non solo gli scatti particolarmente riusciti; che altrimenti dovrei pubblicare davvero poco. Vi lascio anche una citazione, che ha poca attinenza, ma spiega la bellezza della fotografia in modo esemplare.
La bellezza delle cose esiste nella mente di chi le contempla
– David Hume