Entrare in questa struttura, che chiamerò Villa Matas per l’assonanza di due parole che mi ricordano l’ubicazione (ubicazione che in questo specifico caso non ho intenzione di rivelare), è stato come entrare in un tornado di storie, di vita, di passato, di ricordi. Centinaia di oggetti e di suppellettili tipici della seconda metà del secolo scorso: libri, dischi, soprammobili, frutta di plastica, animali di plastica, quadri, lettere e riviste che ripercorrono la storia del 900. Dagli albori del secolo, addirittura del periodo fascista. E poi un bellissimo frigorifero Fiat, residuo post bellico. Si, perchè la Fiat negli anni ’50 si lanciò anche nel mercato degli elettrodomestici. E un piccolo mobile bar, con radio e giradischi d’epoca: un gioiello che ricorda le serate passate ad ascoltare musica di altri tempi. Un romantico tutto nel passato, immerso nell’abbandono e nella polvere, finito nel dimenticatoio del tempo che passa e che lascia nell’oblio le nostre impronte.