Nel mondo urbex ci sono diverse correnti di pensiero: c’è chi rivela le coordinate e chi invece preferisce non svelare i suoi segreti. Quest’ultima categoria in realtà ha diverse sfaccettature e manifestazioni: dietro alla facciata di mistero e preservazione è presente tutto un gioco di scambio e favori, un po’ come una volta si faceva con le figurine dei calciatori panini (forse si fa ancora oggi). Io, ovviamente, sono iscritto alla prima categoria di urbexer: non ho problemi a svelare le mie conoscenze e non ho il terrore che mi venga rubata l’esclusiva, non è che devo tornarci e non ho paura che possano scattare foto migliori delle mie. Ma c’è un limite, non butto in pasto ai pesci proprio tutto: amo divulgare l’ubicazione di posti conosciuti, e magari recuperabili, come fabbriche abbandonate, ospedali, stazioni, caserme e teatri. Tutto quanto riguarda il pubblico oppure di un certo interesse nazionale. Se invece si tratta di edifici privati preferisco non rendere pubblica la posizione, ma solo condividerla con amici e persone fidate. Che poi non è certo sicurezza di preservazione perchè qualsiasi luogo abbandonato è già a conoscenza degli abitanti della zona e le notizie di un certo tipo si espandono a macchia d’olio e con una velocità impressionante. Di questa, conosciuta come Villa dei Segreti, non rivelerò la posizione. Si tratta di un’esplorazione di quasi un anno fa e non è detto (anzi) che la situazione sia ancora la stessa: ultimamente è diventata quasi di pubblico dominio e credo che dentro qualcosa (anche di più) possa essere cambiato. E’ un mondo difficile, il mondo urbex è quasi impossibile.