Nuok

POSTED ON 29 Ott 2017 IN NeverSleep

Monument Valley #03Baywatch

Nuok chiude. Nuok, come un bambino pronuncerebbe la parola New York. Non saprei come definirlo: un sito di viaggi, esperienze, condivisioni. E nel mio piccolo ho partecipato anche io, con qualche foto e una piccola intervista datata settembre 2011 (ospite del mese). E mi sarebbe dispiaciuto perdere quell’intervista che riletta a distanza di oltre sei anni mi strappa anche un sorriso: beata ingenuità. Le parole ci sono tutte, le foto no: perché nel tempo sono cambiato (migliorato credo) e, nel 2017, molte non sono più presentabili. A futura memoria.

Samuele è nato ad Imperia nel 1973. Nei primi anni ’90 entra, quasi casualmente, in possesso di una Zenit 122 ed inizia il suo amore per la fotografia. Attualmente vive in provincia di Cuneo e, dopo aver raccontato il suo mare, fotografa le montagne e la neve con la sua Canon EOS 5D. Le sue immagini raccontano di persone e di luoghi, con l’occhio disincantato di chi non ha ancora capito il mondo, di chi pensa di essere l’unico fotografo del pianeta. Tutto quanto pensa e fotografa (pensa poco, dorme meno, fotografa tanto) è pubblicato nel suo PhotoBlog ed ogni foto è raccontata e descritta con la voglia di chi ama davvero l’arte inventata da Joseph Nicèphore Niepce. A luglio ha fotografato l’America turistica, l’America dei Canyon e delle Metropoli. Questo mese vi proponiamo, in esclusiva, dieci immagini del suo viaggio e dieci domande/risposte. Buona visione

Benvenuto su Nuok, Samuele! Ci racconti in breve di te?
Ho il dono della sintesi, ma raccontarmi in breve è davvero un’impresa. Sono alto, mi piace fotografare. Sono sbruffone, razionale, istintivo. Egocentrico. Organizzato. Sono nato sul mare e l’acqua è parte integrante del mio essere, ma vivo in montagna e la neve è diventata un elemento comune. Riesco ad adattarmi a qualsiasi situazione e ho una faccia per tutte le esigenze. Non ho rispetto per niente, ma ho paura di tutto e forse questo non è proprio qualcosa di cui vantarsi. La finzione fa parte del mio DNA, ma quello che le persone percepiscono di me è la capacità di essere sempre positivo e ottimista. Non credo a niente. Forse nemmeno a me stesso. Dormo quasi niente, sogno solo ad occhi aperti (tantissimo).

Che cosa volevi fare da grande?
Non sono mai riuscito ad avere un’idea mia. L’astronauta, il calciatore, il pompiere.

Fotografare per te significa…
All’inizio significava ricordare. In seguito è diventato qualcosa di molto di più. Mi piace l’idea di sorprendere con una foto: è la molla che mi spinge a fotografare.

Homeless in Los AngelesBryce Canyon #02Escape Point

Sei reduce da un recente viaggio in USA. Che cosa ti aspettavi di trovare prima di partire?
Immaginavo grattacieli altissimi, grandi distese deserte, strade infinite, luci sfavillanti, colori. L’immensità della natura. Sognavo tanti Starbucks e pretendevo succo d’acero e burro di noccioline. Ho trovato tutto.

Quali sono le tre cose che hai trovato nel tuo viaggio che proprio non ti aspettavi invece?
Non mi aspettavo le montagne di spazzatura alle nove di sera a Manhattan, non mi aspettavo di trovare una tenda sopra l’Apple Store di New York e mai avrei creduto morire di freddo a San Francisco (nonostante mi avessero avvisato).

Pare che New York sia una città estremamente fotogenica. Pensi che sia vero?
No, non credo sia vero. New York è molto difficile da fotografare. E’ difficile decifrare la luce, è difficile trovare un angolo interessante. E’ una città che si nasconde e ti opprime (fotograficamente). La sua gente invece è molto fotogenica: non è difficile trovare soggetti interessanti, volti particolari, momenti divertenti. La forza fotografica di New York è tutta nella qualità dei suoi abitanti.

Golden Gate #01PerspectiveReflection of light gray

La prima immagine che ti viene in mente se diciamo New York.
Un taxi giallo. New York è la capitale dei taxi: sono ovunque, a qualsiasi ora del giorno e della notte. I padroni incontrasti delle strade e della città.

Che cosa ti ha colpito del tuo viaggio in USA e che importeresti volentieri in Italia?
E’ una domanda difficile. Tutto e niente. La mentalità vincente degli americani, la loro voglia di cambiare le cose. La tecnologia. San Francisco. Starbucks. In USA invece porterei l’igiene e la cucina italiana.

Il tuo è stato davvero un viaggio da sogno. Viaggiando che cosa hai scoperto di te che non sapevi?
Ho scoperto che mi piace fotografare con il grandangolo. Per il resto penso di conoscermi abbastanza bene.

La tua prossima meta.
Il mio sogno resta Boston e i Celtics. Mi piacerebbe tornare per San Patrizio ed entrare al Boston Garden. Ma la mia prossima meta reale è Imperia, qualche giorno di relax in spiaggia, gli amici di sempre e la cucina della mamma.

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