La Baronessa

POSTED ON 14 Apr 2024 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Se dovessi stilare una classifica delle esplorazioni urbex più belle (operazione che in realtà mi capita, non di rado, di immaginare) sicuramente quella che, in modo originale, è stata definita “La Baronessa” (per una certa somiglianza con il Barone) meriterebbe un posto nell’Olimpo degli Dei. Per tutta una serie di motivi e di racconti, di storie, di leggende, di vere e proprie invenzioni che si celano dietro la breve vita urbex di questa location decisamente intrigante.

L’ingresso è complicato e non riusciamo a trovare l’entrata. Anzi, a dire il vero l’impresa è piuttosto semplice, il problema è che l’ingresso è stato sprangato. Quando le speranze sembrano perdute incontriamo altri due esploratori: sono volti noti (genovesi, lei giovane, lui meno giovane) e facciamo subito amicizia nel parco della Villa (come se fossimo al bar). Tocca fare un nuovo giro di perlustrazione con loro e riusciamo a trovare un’altra entrata, ma talmente piccola che la mia statura nemmeno fa pensare a un tentativo; ma sono l’unico alto e i miei compagni di avventura riescono ad infilarsi (e gentilmente mi aprono, con qualche rischio calcolato, la porta).

L’interno è fantastico e ancora incredibilmente intatto. Non perdo tempo (che in urbex è tiranno) e inizio subito a fotografare: un paio di stanze sono talmente buie che devo ricorrere alla posa bulb superando i 3 minuti di esposizione. Avevo visto poche immagini della Baronessa (salita alla ribalta in tempi relativamente veloci), ma una mi era rimasta impressa nella mente: una stanza da letto con due tappeti a forma di tigre (almeno così mi era sembrato). E come sempre mi accade non riesco a trovarla: sembra una maledizione. Dopo aver girato inutilmente in tutte le stanze intravedo una porta nascosta che mi era sfuggita: pensavo fosse una libreria. Muovo la maniglia e, colpo di scena, finalmente posso ammirare in tutta la loro bellezza le fiere (termine un po’ inusuale per indicare un animale selvatico che è insieme feroce e di grossa mole). È stata impegnativa (per la distanza, le difficoltà in entrata, la situazione luce), ma nel momento di uscire sono riuscito a percepire un’enorme soddisfazione.

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Acqua di Malpensa

POSTED ON 15 Ago 2023 IN Reportage     TAGS: URBEX

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Metti che devi prendere un aereo e, come sempre, sei in anticipo di almeno un paio d’ore, senza ovviamente considerare potenziali ritardi. Cosa può fare un appassionato di fotografia? Risposta molto semplice: spulciare la sua personalissima mappa alla ricerca di location urbex nei dintorni. E casualmente, proprio a pochi passi dall’aereoporto di Malpensa, si trova una stranissima torre abbandonata. E quindi un salto è praticamente d’obbligo. Adesso, in tutta sincerità, non ricordo di cosa si tratti: è segnata come torre dell’acqua oppure torre dell’acquedotto. Ed in effetti assomiglia molto ad un silos/contenitore. Si sale lungo una scala elicoidale e si arriva all’ultimo piano dove si gode una magnifica vista sui parcheggi dell’aereoporto. Et voilà, le due ore di noiosa attesa al gate si trasformano in una esplorazione urbex: la bellezza.

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