Ci sono esplorazioni di luoghi apparentemente brutti, svogliati, poco significativi, ma che in realtà regalano soddisfazioni enormi. Magari non dal punto di vista fotografico, ma sicuramente dal punto di vista emotivo. E il Villino della Volpe Impagliata fa parte di questa ampia categoria di luoghi emozionali. Villino è una definizione molto indovinata, perché si tratta davvero di una piccola costruzione alla periferia di una paese di provincia: due piani, tre stanze per piano. Tutto ridotto ai minimi termini.
Poi devo ammettere che la volpe impagliata non lascia indifferenti: nel centro del salotto, inquietante, rovinata dal tempo e dall’umidità (il clima da queste parti non è salubre e le finestre sono spalancate), dona alla stanza un aspetto decisamente macabro e spettrale. L’odore di umido certo non aiuta e le ragnatele completano il quadro tipico del mondo urbex, quello sporco e dannato. Qui le impronte rimangono davvero nella polvere.