Scrivere della Villa del Pittore, nome di fantasia, è qualcosa di estremamente complicato e delicato. Perché questa bellissima dimora, che in origine nasce come castello, affonda le sue radici addirittura nel 1200 e fu trasformata in Villa Rinascimentale da Camillo Tadini, verosimilmente nella seconda metà del ‘500. Nel 1829 passò in eredità ai conti Vimercati Sanseverino che ne fecero una casa di villeggiatura chiamandola Serafina, nel 1909 fu venduta ai fratelli Pasquini che la mantennero in ottimo stato fino alla morte di Angelo nel 1950. Seguì un periodo di degrado fino a quanto la villa venne in possesso del celebre pittore Ugo Stringa che la chiamò Augusta in onore della moglie e la riportò ai fasti di un tempo.
Ci sarebbero tantissime storie da raccontare su questa villa incantevole, alcune risalgono alla notte dei tempi, altre -decisamente più tragiche– hanno portato all’abbandono probabilmente definitivo. E allora preferisco raccontarVi quella più delicata, quasi una poesia, perché di questo luogo magico la poesia è elemento fondamentale. Nel paese si raccontava, da sempre, che all’interno della Villa vivesse un fantasma di nome Helmut. Helmut non era un fantasma cattivo, di quelli che spaventano i bambini, era un fantasma buono tanto da diventare il compagno di giochi dell’ultima bambina che, fra quadri ed opere d’arte, ha vissuto tra queste pareti. Helmut era il suo amico immaginario, un amico buono e felice, che probabilmente le ha ispirato le storie che, da grande, ha raccontato ai bambini più piccoli. Purtroppo Helmut non è riuscito ad impedire la tragedia che ha portato alla chiusura della villa e da quel giorno è rimasto da solo a vagare nelle stanze di questa meravigliosa dimora.