Per chi si avvicina al mondo della fotografia (e con l’avvento del digitale sono tanti) uno dei problemi maggiori è capire come funziona l’esposimetro della macchina.foto. L’esposimetro comunica alla fotocamera la quantità di luce presente (riflessa) e permette di definire la coppia diaframma/tempo più adeguata. Sembra semplice ma in realtà ogni scena fotografica ha caratteristiche di luce uniche, molto difficili da registrare. Non voglio addentrarmi in definizioni complesse ma semplicemente elencare i sistemi più diffusi di misurazione; vengono definite “lettura” (della luce) e sono quattro: valutativa, parziale, spot e media pesata al centro. In realtà ne esistono altri (non è proprio vero, sono leggere modifiche) e ogni casa costruttrice definisce la lettura con termini diversi, io parlo della mia esperienza con Canon: il discorso comunque è generale e si può adattare a tutte le macchine fotografiche. Ecco nel dettaglio come funzionano e in quali circostanza vanno utilizzati.
VALUTATIVA: E’ impostato di default e possiamo tranquillamente dire che si adatta al 90% dei casi. L’esposimetro divide l’inquadratura in settori e valuta grazie ad un algoritmo (che non conosco) quale diaframma/tempo utilizzare. Il grosso vantaggio è che l’esposizione viene calcolata sul punto di messa a fuoco e quindi non è necessario bloccare l’esposizione se si ricompone l’immagine. |
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PARZIALE: E’ molto efficace quando lo sfondo è molto più luminoso del soggetto. E’ usata classicamente per il controluce. La lettura viene effettuata al centro in un’area corrispondente al 13,5% di quella coperta dal mirino. |
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SPOT: Molto simile alla “parziale” ma ancora più precisa. Viene utilizzata quando s’intende leggere un’area molto piccola e valutare la luce solo in quel punto. Copre il 3,8% del mirino. |
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MEDIA: La lettura della luce viene effettuata su tutto il mirino dando prevalenza all’area centrale. E’ stata usata per 40 anni sulle reflex professionali, oggi invece si utilizza pochissimo e si tende a preferire la valutativa alla quale somiglia tantissimo: la differenza è che nella media si valuta il centro del fotogramma e non il punto di messa a fuoco. |
Nelle tre foto sopra ho usato tre metodi diversi. Media pesata al centro per la foto della Madonna del Pino dato che volevo dare prevalenza alla zona centrale del fotogramma e le condizioni di luce erano davvero particolari e di difficile gestione, spot nella foto di strada in quanto la modella si trovava perfettamente al centro dell’immagine ed era in forte controluce e valutativa nella foto di Isy perché si adatta a qualsiasi tipo di luce ed uso praticamente sempre quella. :)
L’esposimetro che troviamo sulle moderne reflex/compatte digitali è a “luce riflessa”: misura la luce che viene riflessa dal soggetto attraverso l’obbiettivo (TTL Through The Lens). Non sempre è preciso in quanto viene influenzato dalle proprietà del soggetto misurato: l’esempio tradizionale è quello della neve che essendo bianca riflette la luce anzichè assorbirla. In questo caso la macchina tenderà a sottoesporre trasformando il manto nevoso da bianco a grigiastro. Nel caso bisognerà sovraesporre manualmente di 1-2 stop. Il nostro esposimetro suppone che gli oggetti riflettano circa il 18% della luce che ricevono (un muro bianco riflette sino al 90%) e calcola i dati in base a questo dato di partenza. Per riuscire ad ottimizzare le nostre impostazioni dovremo quindi puntare l’obbiettivo su una superficie neutra: un muro grigio, un tronco di albero, un prato oppure il famoso cartoncino grigiomedio 18%, a quel punto, avendo una valutazione corretta, dovremo ricomporre l’immagine (se la macchina lo consente possiamo utilizzare il blocco dell’esposizione) e scattare la nostra foto. Mi sto spingendo troppo sul difficile, comincio anche io a non capire quello che scrivo. Un ultimo consiglio: non lesinate sugli scatti, se non siete sicuri cambiate le impostazioni e fotografate nuovamente. E’ un ottimo sistema per capire come la nostra attrezzatura reagisce alla diverse condizioni di luce.
Da sinistra: valutativa, media pesata al centro e spot.
Perfetto!
Ottimo Samuele. GRazie
Molto interessante e chiara la tua spiegazione. Solo una domanda: come mai nella foto di strada con la modella hai scelto “Spot” anziché “Parziale” ?
->Fabio: perché lo sfondo era nettamente più luminoso. Se avessi utilizzato la ponderata (con la parziale i risultati sarebbero stati simili) il viso della modella sarebbe risultato inevitabilmente scuro a centro diagramma. Utilizzando la spot la macchina ha calcolato la luce sul viso e la macchina ha esposto correttamente quella parte (ovviamente bruciando il cielo).