Con questa foto voglio affrontare [tentare di] un problema sempre più discusso e sentito: il fotoritocco. Si può fare? Non si può fare? Piace? E’ legale? Non piace? Io, come si intuisce dalle mie foto, sono decisamente a favore della post-produzione, anche massiccia; molto ovviamente dipende dal contesto. Se devo rappresentare la realtà cerco di limitare al minimo consentito gli interventi in camera chiara: un po’ di contrasto, i colori. Nulla si deve creare, nulla si deve distruggere. E credo che questa sia una regola importante da seguire se parliamo di foto-giornalismo. Sono però fermamente convinto che, quando il fotografo entra nella sfera dell’artistico, il suo lavoro si possa paragonare a quello di un pittore che crea dal nulla, e con la fantasia/immaginazione, la sua opera. In questo caso tutto (o quasi) è consentito: si può essere bravi con la macchina fotografica e si può essere bravi con il computer. E’ un mondo in continua evoluzione e bisogna seguire la corrente. Questa foto scattata a Prato Nevoso è un esempio chiaro e lampante del mio pensiero: ho esasperato i colori e aumentato il contrasto, ma soprattutto ho eliminato il palo della luce che disturbava il panorama e rovinava la foto (per vedere l’originale basta passare con il mouse sopra l’immagine). Rispecchia la realtà? In parte. E’ importante? Non credo. E’ una foto migliore dell’originale (spero che su questo non ci siano dubbi) e tanto mi basta. Io penso che le fotografie si possano paragonare alle donne: quelle naturali sono più belle, più vere (a parole) ma stranamente sono quelle rifatte che ottengono il successo. :)
Eccomi qua! Non potevo non raccogliere la provocazione!
Sono sostanzialmente d’accordo con te sul discorso del fotoritocco: in guerra, amore e fotografia tutto è permesso.
Anche se io, come sai, faccio una scelta diversa.
Preferisco scattare molto e ritoccare poco.
Ho riflettuto parecchio su questo punto, non voglio fermarmi ad una affermazione superficiale.
Cosa cerco in una foto?
Emozioni. Coniugate in mille modi. Nelle foto degli altri…
E nelle mie? La soddisfazione dello scatto, tanto più grande quanto più la foto è bella già sul display.
Ecco, questo è quanto.
Per quanto riguarda il paragone col gentil sesso, invece non sono d’accordo, perchè lì il problema è l’omologazione a canoni di bellezza “commerciali” e non estetici.
->Max: anche io scatto abbastanza, per darti un’idea nel 2012 sono a quasi 3000 foto; non è male. E ovviamente le foto deve piacermi senza ritocco, raramente metto mano su una foto che non mi piace. Detto questo credo che una foto bella meriti una certa attenzione, soprattutto sul contrasto e sui colori. E talvolta mi trovo ad apprezzare colori esagerati e contrasti sparati (come in questo caso anche se la foto non voleva essere un esempio troppo importante in riferimento al testo). Il punto era l’eliminazione del palo della luce: e io credo che questa foto senza quel particolare sia più emozionante.
Anch’io sono favorevole al fotoritocco anche esasperato. Certo non quando parliamo di giornalismo ma se si tratta di foto artistiche, tutto è lecito. Una foto può essere stupenda al naturale perchè ci troviamo fortunosamente nelle condizioni ideali di luce o in un posto particolarmente bello di suo. Altre volte non abbiamo a disposizione che soggetti banali ma con il fotoritocco possiamo trasformarli in qualcosa di speciale.
Nel caso in questione il paesaggio nella foto originale era banale e scialbo. Non credo che neanche un asso della fotografia sarebbe riuscito a cavarne qualcosa di decente senza ricorrere ad una post produzione. Ritoccato invece questo paesaggio diventa qualcosa di particolare, diventa quello che la mente del fotografo avrebbe voluto vedere lì in quel momento. E che ce lo fa vedere a noi altri.
->Giulio: avevo intuito già in passato che sul discorso post-produzione siamo in sintonia. E questo tuo pensiero è molto uguale al mio. :)
Sul discorso del “palo” o di altri difetti con cui facciamo i conti di continuo siamo d’accordo. Mi piace anche molto l’idea di “ciò che il fotografo avrebbe voluto vedere” perchè implica la realizzazione di un’idea.
Ma attenzione a parlare di fortuna. In fotografia la fortuna non esiste. Le foto si costruiscono, prima o dopo lo scatto. Cambiando posizione, inquadratura, lente o usando un polarizzatore si possono fare dei veri miracoli anche senza essere sul Gran Canyon al tramonto.
Tutto questo IMHO, naturalmente.
@Max: concordo ma solo in parte… Ho visto foto eccezionali in cui gli stessi fotografi ammettevano la fortuna di essersi trovati pronti nel momento giusto. Poi è ovvio che in molti casi la “fortuna” il bravo fotografo se la va a cercare. Ed in moltissimi altri casi se la costruisce proprio.