Il copyright è morto? Forse no, ma possiamo tranquillamente affermare che il suo stato di salute non è dei migliori. E’ successo qualcosa che succede sempre: qualcuno ha prelevato da Flickr (il termine rubare non si addice) delle foto protette dal diritto d’autore e le ha pubblicate in rete. Niente di particolarmente strano. Il problema sorge se aggiungo che questo qualcuno è Repubblica, forse il più importante quotidiano italiano. Salto un paio di passaggi e passo direttamente a citare Michele Smargiassi, giornalista di Repubblica, che nel suo blog (Fotocrazia) racconta, con un lunghissimo articolo, del copyright al tempo di internet. Smargiassi definisce la fotografia fluida e giustifica, con una serie di arditi paragoni, l’operato del suo giornale: quello che percepisce il lettore è una via di mezzo fra ‘tanto rubano tutti‘ e ‘stupido tu che pubblichi le foto su Flickr‘. Smargiassi forse non sarà d’accordo con questo mio riassunto, ma il succo della comprensione è proprio questo. Aggiungo però che non ha tutti torti, il mondo e la rete purtroppo funzionano proprio così. Non che sia giusto, ovviamente. In queste ore ho letto tante opinioni sull’argomento (il post su Fotocrazia ha superato i 600 commenti), ma credo che la questione si possa risolvere con una sola, fottuta e semplice parola (e la scrivo maiuscolo): SOLDI. Nel 2010 è assolutamente anacronistico difendere la professione del fotoreporter, le alternative sono troppe, il citizen journalism ha preso il sopravvento e il mondo si evolve. E questo l’hanno capito anche i muri. Però se Repubblica decide di utilizzare delle immagini protette da copyright deve pagare gli autori, non ci sono alternative. E probabilmente anche Flickr dovrebbe evolversi aggiungendo una licenza specifica a pagamento: praticamente diventare un’agenzia di stock. L’autore della foto decide la cifra e chi vuole utilizzare quella specifica immagine paga i diritti (con percentuale a Yahoo, ovviamente). Al volo, come si usa fare ai tempi di internet. L’unica valida alternativa è scegliere una foto non protetta da copyright. Semplice, no?
Questo è quello che mi sarei aspettato di leggere nel blog di Smargiassi. Non mille giri di parole per giustificare l’operato di Repubblica. Un saluto ed auguri Samuele.
->Adolfo: Non puoi pretendere che Smargiassi accusi il suo giornale di furto. Smargiassi ha scritto quello che doveva nella logica della sua figura. Ma probabilmente non crede nemmeno lui a quello che scrive.
non si può. non è tecnicamente fattibile la protezione di una cosa che si può visualizzare a schermo. Questi sono quelli che croppano video di youtube, figurati se si tirano indietro a fare un print-screen per fotterti la foto. Semplicemente, non vogliono pagare. Ma moriranno per quello…
Siamo alle solite e repubblica alla fine vincerà o il rimborso dovuto non sarà mai abbastanza, purtroppo. Su flickr si posso acquistare le foto tramite getty images, non è che non esista la possibilità è il giornalista/stagista che va preleva, se ne fotte della possibilità di acquistare o di mandare una mail all’interessato chiedendo.
Io capisco le problematiche di Repubblica e capisco che prelevare una foto sia molto più semplice che chiedere permesso, anche perché i tempi di stampa ‘online’ sono ancora più veloci della stampa cartacea. Però è proprio il giornale che deve mettersi in testa che non è possibile che un prodotto commerciale del calibro di Repubblica prenda foto senza pagare i diritti. L’unico sistema per risolvere la questione è fare in modo che non si possa dire ‘non volevo, non sapevo’. Vuoi la foto? Premi il tastino in alto a destra, paghi la cifra dovuta e scarichi l’immagine. Non si può nemmeno parlare di legalità, si deve parlare di etica.
@Samuele: ma devo pretendere che sia onesto (intellettualmente) ;-)
Bravo Samuele. In Italia fanno quello che vogliano e dovrebbero invece vergognarsi. In realtà Flickr da tutte le possibilità a chiedere di comprare la licenza per una foto (basta abilitare la visualizzazione di questo sul profilo) ma il punto è che sia abbastanza chiaro che una foto con tutti i diritti riservati richiede almeno il permesso se non anche il pagamento. (Ci ho scritto un articolo su questo e l’ho linkato qua)
Quando la Wall Street Journal ha trovato una mia foto sull’internet, ho ricevuto una mail con la richiesta con un numero di telefono per rispondere, ed in meno di un’ora abbiamo concordato la licenza, scambiato dati, contratti, e la foto – veloce abbastanza per i tempi della pubblicazione online.