Qualche tempo fa avevo parlato delle verifiche disattese, ma a volte ci si imbatte in luoghi abbandonati che non hanno nulla di affascinante, solo distruzione e desolazione. Questo è esattamente il caso che mi trovo a raccontare. Da fuori la struttura sembrava anche interessante, ma una volta varcato il suo ingresso, ci siamo trovati di fronte a un luogo privo di qualsiasi caratteristica degna di nota. Abbiamo trovato qualche mobile sparso che ci ha costretto a trasformarci in arredatori, poca roba, nulla che potesse suscitare la nostra curiosità. Nonostante questa pochezza ho deciso di scattare qualche foto, anche se più per l’esigenza di non uscire a mani vuote che per la bellezza del posto.
La cosa che mi ha colpito di più, forse per la sua stranezza, è stata una porta con la scritta studio, che ho scelto di utilizzare come titolo, anche se non sono riuscito a capire di quale tipologia di studio si trattasse. Un vecchio calendario del 2010, un camino smurato, due poltrone malconce e uno specchio rovinato erano gli unici elementi a caratterizzare l’ambiente. Un angolo di noia e tristezza (e di guano di piccioni), che tuttavia mi ha lasciato qualche foto da aggiungere alla mia galleria. Nulla di speciale, ma è parte del gioco dell’urbex: la necessità di trovare bellezza anche e soprattutto nei luoghi più dimenticati.