Fotografare i fuochi d’artificio non è un’impresa straordinaria. Anzi, è relativamente semplice. Il problema è il contesto, perché fotografare solo i fuochi pirotecnici non ha molto senso. Anzi, è davvero brutto. Quest’anno, alla serata conclusiva dell’Oktoberfest, per evitare la solita noia dello sfondo piatto, ho avuto un’idea interessante: con una discreta sfacciataggine ho chiesto alla signora, gentilissima, del Toboga (il gigantesco scivolo del luna park) la possibilità di salire in cima alla rampa. E sono riuscito a fotografare dall’altro dando un senso alle foto pirotecniche. Ne ho scelte 4 (sono tutte ovviamente molto simili) e per la prima volta ho usato il cursore ‘rimozione foschia’ di Lightroom. Finalmente ho capito a cosa possa servire. :)
La Cueva de los Verdes è una grotta situata sull’isola di Lanzarote e deve la sua creazione alla grande eruzione vulcanica del Monte Corona datata quasi più di 5.000 anni fa. Sono particolarmente interessanti grazie anche al lavoro dell’artista Jesus Soto che ha creato e curato l’illuminazione, il percorso interno e lo sfondo musicale che ci accompagna durante la visita. A me rimangono impresse nella memoria per un episodio decisamente fastidioso che mi è capitato nell’ultimo tratto della grotta; durante la visita sono rimasto sempre sul fondo del gruppo (un po’ staccato) per avere la possibilità di scattare con tempi lunghi e treppiede (ovviamente le grotte sono molte buie). Al termine della visita si arriva in un ambiente davvero particolare [ATTENZIONE SPOILER] che sembra una grossa cavità nel terreno (foto grande). Invece è un lago perfettamente immobile che riflette tutto quanto intorno e crea un effetto incredibile svelato, dopo una messa in scena degna del miglior Alfred Hitchcock, dalla guida che getta un sasso nell’acqua e svela l’arcano fra la sorpresa generale. Ho aspettato di essere l’ultimo del gruppo per poter scattare una foto senza ospiti, ma ho dovuto aspettare una coppia di ragazzi italiani che con compatta e flash ha cercato di scattare, senza riuscirci, un selfie con il lago sullo sfondo. Come se non bastasse, sfruttando la lontananza della guida, hanno anche gettato una piccola pietra in acqua per rinnovare l’effetto ottico. Ovviamente ho dovuto aspettare che si calmassero le acque (nel vero senso della parola) per poter scattare con il treppiede a 5 secondi di esposizione. Praticamente sono stato raggiunto dal gruppo successivo. :-)[FINE SPOILER]
Sono arrivato ad Arrecife la sera tardi. E ho subito notato il Castillo de San Gabriel, troppo tardi per poterlo visitare, ma ancora in tempo per qualche scatto al sorgere del sole il giorno successivo. Sono arrivato all’alba, la città era praticamente deserta e nei dintorni del castello nemmeno un’anima viva. Purtroppo il cielo sereno, ma troppo grigio (caratteristica di tutte le sveglie mattutina a Lanzarote) non ha aiutato la mia idea di scatto; ho utilizzato il treppiede con tempo lungo di esposizione (8 secondi nella prima foto) per catturare il fermo del mare. Da vicino non è proprio questa incredibile bellezza, ma osservato dalla città è davvero un’opera intrigante.
Già nel 1586 il fortino, ribattezzato castillo de San Gabriel, dovette resistere ad un intenso attacco dal mare, da cui ne uscì malridotto. L’italiano Leonardo Torriani impiegò così tutto il suo genio per progettare nel 1591 una innovativa rete di passaggi coperti e fortificati con postazioni per cannoni che moltiplicavano la potenza di fuoco del castello e rendevano più difficili attacchi dal mare. La storia dei secoli seguenti darà ragione all’ingegneria difensiva di Leonardo Torriani: non si registrano più attacchi vincenti provenienti dalla porzione di mare protetta dal fortino.