Qualche anno fa, durante un viaggio in Sicilia, scattai una bellissima foto sulla spiaggia di Mondello: un ragazzo, con una vistosa giacca rossa, passeggiava insieme ai suoi cani nel nulla. E quando mi sono travato sulla Black Beach ho subito capito che avrei dovuto cercare nuovamente quella composizione di colori: non ho dovuto attendere molto per costringere una gentile volontaria, con i colori perfetti, a passare davanti al mio obbiettivo.
La Black Beach è una delle perle dell’Islanda: è meravigliosa, selvaggia, incantevole. Il nero lavico della sabbia sorprende e contrasta con l’azzurro/verde del mare, il tutto in un paesaggio a perdita d’occhio immerso nel volo degli uccelli e sferzato dal vento. Il suo vero nome è Reynisfjara Beach e il suo scenario, dominato dai due maestosi faraglioni che emergono dal mare, chiamati Reynisdranga, è mozzafiato.
Dietro alla spiaggia emergono le colonne di basalto, sul quale si fermano centinaia di pulcinelle di mare, l’atmosfera è surreale, ma il pericolo dietro l’angolo: perché questa spiaggia è anche maledetta. Qui infatti si verifica il fenomeno della sneaker waves, onde anomale che si formano quando diverse onde più piccole combinano la loro energia per creare un’onda più grande. Queste onde sono incredibilmente potenti e possono rapidamente spazzare via una persona in mare: negli ultimi 7 anni sono morte 5 persone trascinate in acqua e gli incidenti sono all’ordine del giorno.
Arnardrangur è il nome -difficile- di questo enorme sasso che si trova all’estremità della Black Beach, la spiaggia resa celebre dal colore nero (dovuto ovviamente all’attività vulcanica dell’isola) della sua finissima sabbia. Appena l’ho notato ho capito che sarebbe stato il soggetto di una quantità importante di foto: purtroppo scendere sulla battigia era impossibile e quindi mi sono dovuto accontentare di qualche scatto dal promontorio di Dyrhólaey. Ho chiuso decisamente il diaframma (entrambe le foto sono a f/11) e scattato con grandangolo, pola e treppiede (il miglior amico del fotografo). E credo che il nero della sabbia rispetti abbastanza fedelmente la realtà.