Questi tre scatti fanno parte di una serie dedicata a Monterosso, la prima perla delle cinque terre che si incontra arrivando da Ovest. Ho già pubblicato una foto (probabilmente la migliore) qualche giorno fa. Sono tutte immagini colte al volo, senza treppiede (che avevo colpevolmente lasciato in macchina), naturali, con tempi di scatto veloci e tantissimi elementi di disturbo. Non ero preparato, siamo arrivati ‘di corsa’ e ho fotografato senza riflettere troppo, basandomi sull’ispirazione del momento. Prometto, giuro che non succederà più. Il titolo del post è un gioco di parole che mi ricorda le scuole superiori ma è decisamente troppo stupido e complicato da spiegare.
Ci sono foto che ti lasciano un’empatia particolare già nel momento dello scatto. E hai fretta di portarle sul monitor per poter capire se il tuo giudizio iniziale è corretto. In molti casi la delusione è cocente: le foto che si rivelano brutte foto, nonostante la buona impressione al momento dello scatto, sono infinite. Ma questa no. Questa no. Io mi sono innamorato di questa foto prima ancora di scattarla, prima ancora di osservare il piccolo monitor della mia reflex. Ho capito che sarebbe stata interessante al momento della composizione: le onde, il cielo, il pescatore solitario sul molo, il controluce. Tutto era perfetto. E dopo non sono rimasto deluso.
Ho già avuto modo di parlare di quello che io chiamo ‘bordertrees’ diverso tempo fa. E’ quella che definisco la foto perfetta anche se in realtà di perfetto non c’è niente. Qualche giorno fa ho tirato fuori dal cassetto delle foto dimenticate di Lightroom questo confine alberato scattato durante l’estate pugliese. Siamo nei pressi di Ostuni, sul terrazzo di una masseria alle 08:30 di mattina. E ho trovato, al volo, queste parole che rappresentano al meglio la poesia che sento quando osservo un bordertrees:
Il limite del cielo mi fa quasi impazzire di bellezza. E’ un ambiente magico, è l’incantatore dei miei sogni più assurdi, più irrealizzabili. E’ come sospeso fra il tempo e lo spazio, dove non c’è frenesia, dove non c’è agitazione. Vivrei lì, in estasi. Per sempre.