
Se dovessi scegliere una foto preferita della mia vacanza in Sicilia non avrei esitazioni. E’ questa. Domenica mattina. Nella notte un violento acquazzone aveva creato seri problemi a tutta la costa Nord della Sicilia, Palermo compresa. Siamo arrivati a Mondello relativamente presto, le strade erano allagate e la circolazione difficoltosa. Pioveva a tratti, anche con una certa violenza, ma il sole iniziava a spuntare in mezzo alle nuvole. Ad un tratto noto questo ragazzo camminare sulla spiaggia allagata; ho cercato parcheggio (cosa che a Palermo scoprirò non essere poi così importante), sono sceso velocemente dalla macchina e ho inseguito quel giubbotto rosso (perfetto in questo tipo di fotografia) che correva sulla spiaggia con i suoi cani. Il momento era meraviglioso: il vento abbastanza forte, pioveva ad intermittenza, l’acqua della tempesta notturna aveva coperto quasi completamente la sabbia e sulla spiaggia non c’era anima viva. Solo Dario (scoprirò dopo il suo nome) e i suoi bellissimi cani. Ho scelto di posizionare la linea dell’orizzonte in centro perché l’immagine è divisa in tre parti: il cielo, il mare e la spiaggia allagata. Questo è il mio prototipo di foto perfetta: ci sono un mare bellissimo, le nuvole, la spiaggia sabbiosa, una persona ed è minimale. Avessi voluto costruirla probabilmente non sarei riuscito altrettanto bene.


E’ la classica domanda che mi pongo tutte le volte che mi alzo al mattino presto. Mi gira in testa da sempre, è una costante e non ha ancora risposta; eppure è così semplice, lineare. Quasi banale. Ma perchè il tramonto non è fotograficamente affascinante come l’alba? In realtà non esiste un’unica risposta, è un insieme di fattori. Alzarsi prima dell’alba è decisamente faticoso, per alcuni quasi impossibile: e questo rende le foto mattiniere decisamente più appaganti. L’alba è l’inizio di un nuovo giorno, di un ciclo, è l’inizio della vita, il tramonto è la fine del giorno, rappresenta la morte, la fine di un’epoca. E poi c’è quella questione di secondaria importanza che è la luce: la luce dell’alba è diversa, è particolare, è fresca. Il cielo è limpido, terso e talvolta capita di incontrare fenomeni atmosferici molto coreografici. Ha colori che sono unici e che non si ripeteranno sino al giorno successivo. Sto cercando di convincere me stesso che alzarsi alle cinque del mattino dell’unico giorno di riposo sia una buona idea; ma non credo di riuscire nell’impresa. Queste foto sono scattate poco prima di La Morra, nelle Langhe. Ho deciso di utilizzare la tecnica dell’HDR perché credo che in questo tipo di foto sommare tipi di esposizione diverse possa rendere l’immagine decisamente più interessante. Mi sbaglio?


Dopo aver visitato le Saline di Trapani è successo qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Era il Tramonto ed il panorama mozzava il fiato: sullo spiazzo antistante il ‘Museo del Sale‘ tre ragazzi con il treppiede fotografavano il panorama. Ho dovuto. Sono andato a prendere il Be-Free e mi sono affiancato a loro (dopo essermi presentato ovviamente). Il cavalletto in realtà non è servito a molto (ma grande scenografia). Dopo essermi congedato ho fermato la macchina qualche cento metri più avanti e ho scattato a mano libera con la fotocamera a livello del terreno: ho centrato perfettamente la linea dell’orizzonte (ORRORE e RACCAPRICCIO) per ottenere una composizione bilanciata: di questa foto adoro la diagonale formata dal confine fra le vasche. E’ un banale tramonto, eh?

Devo ammettere che fotografare in città non mi piace. Non sono un appassionato di fotografia street e scattare in luoghi turistici soffocanti nel centro di una metropoli non è la mia aspirazione massima. Devo migliorare in questo. Però a Palermo volevo lasciare un ricordo e portare via un’immagine che fosse il simbolo della città. Dopo aver girovagato per il centro storico ho trovato la visione perfetta: piazza Vigliena fotografata dal basso. I quattro canti, nome che i palermitani danno alla piazza, è il vero centro della città: è l’intersezione fra via Maqueda e Corso Vittorio Emanuele, il cuore pulsante di Palermo. L’Ottagono del Sole, uno dei tanti nomi di questa piazza, è davvero affascinante e ogni centimetro profuma di storia, di tradizione, di cultura; da qui partono tutti gli itinerari turistici del capoluogo siciliano. Non volevo essere banale e ho scelto una composizione dal basso (certamente non una novità) per enfatizzare il senso circolare dei quattro canti (che sono i quattro prospetti architettonici che delimitano lo spazio dell’incrocio); grazie anche ad un po’ di fortuna (cielo azzurro con nuvole alle tre del pomeriggio) posso apertamente dichiarare che questa foto ‘mi piace’ parecchio.

La Scala dei Turchi è una scogliera a picco sul mare nei pressi di Porto Empedocle. E’ molto particolare: è costituita di marna, una roccia sedimentaria di natura calcarea e argillosa, con un caratteristico colore bianco puro. E’ bellissima. Ci sono passato quasi per caso una mattina post-temporalesca: ne sono rimasto affascinato. Per arrivarci bisogna scendere per una lunga scalinata e poi percorrere un tratto di spiaggia; quel giorno abbiamo dovuto anche camminare sulle acque per evitare di soccombere all’alta marea. Dal punto di vista fotografico è una meraviglia, sia da lontano che da dentro. Ho avuto la fortuna di trovare un cielo molto scenografico che mi ha aiutato non poco: il sole del mattino filtrava attraverso le nuvole creando una luce ed un’atmosfera pazzesche. Le poche persone presenti (era un giorno infrasettimanale di inizio ottobre) si guardavano intorno come estasiate. Ho scattato sempre a f/8 tranne nella quarta foto nel quale ho scelto una combinazione inusuale per una foto di panorama: ho aperto il diaframma al massimo (f/2.8) mettendo a fuoco il primo piano e lasciando il bianco della Scala dei Turchi sfuocato. E’ una scelta ampiamente criticabile ma al sottoscritto piace. Se passate dalle parti di Agrigento non dimenticate di fare un salto: non ve ne pentirete.


