La nave tra gli ulivi

POSTED ON 3 Mar 2021 IN Reportage     TAGS: urbex, religion

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Per arrivare al santuario del Getsemani è necessario compiere una vera via crucis: un itinerario di meditazione lungo 700 metri di strada selciata, in salita, di granito rosa e grigio immerso nella vegetazione. Al termine di questo faticoso percorso di riflessione si arriva alla cappella dello Spirito Santo che sorprende per la forma e per il bellissimo affresco della facciata esterna.

Il santuario è stato edificato tra l’anno 1950 e l’anno 1954 ed è un edificio a navata unica e matroneo con cripta sotto il presbiterio. Il complesso è impreziosito dal ciclo di affreschi della Passione di Cristo, dipinti da Theodore Stravinsky, figlio del compositore e pittore di fama internazionale.

Il Santuario è chiuso e sigillato e non vi si può accedere; dietro si erge il maestoso corpo del convitto/albergo a forma di nave con refettorio, aule, biblioteca, camere, giardino interno, cucine attrezzate. Bellissimo e imponente, un’oasi di pace e meditazione.

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Quel che rimane di Istanbul

POSTED ON 27 Nov 2020 IN City & Architecture     TAGS: travel, religion, church

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Ovviamente il titolo è inteso in senso fotografico. Questo foto sono un pot-pourri di due giorni nella capitale morale della Turchia, l’incrocio delle razze e degli uomini; sono ammantate di un velo malinconico, di ricordi, di storie del passato, del tempo che non torna, di una gioventù spensierata. Forse sto esagerando, d’altronde non sono passati nemmeno 7 anni, ma qui voglio raccontare la mia storia, non è una vetrina, e voglio pubblicare quello che osserva e memorizza la mia macchina fotografica. E Istanbul non si può dimenticare.

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Il borgo misterioso di Rosazza

POSTED ON 22 Nov 2020 IN Reportage     TAGS: religion

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Rosazza viene definito il borgo più misterioso d’Italia. E di sicuro non un paese come tutti gli altri. Per parlare di Rosazza è necessario iniziare a presentare Federico Rosazza, politico, filantropo, massone e mecenate; nella seconda metà dell’800 fu lui a trasformare il suo paese natio. Fu lui infatti a costruire il cimitero monumentale, la chiesa parrocchiale, l’attuale sede del Municipio, il castello neogotico, le fontane, gli abbeveratoi, le strade e le mulattiere. I suoi legami con la massoneria, la sua passione per l’esoterismo e l’alchimia, lo portarono a riempire il paese di simboli, molti dei quali nascosti, altri invece evidentissimi. Complice la giornata tetra e il cielo plumbeo, camminando per le vie di Rosazza ho davvero respirato un’aurea misteriosa, tutto quello che si osserva ricorda la numerologia, nulla è casuale, tutto è costruito in ottica massonica.

Queste foto non vogliono essere un reportage di viaggio, mi sono più concentrato sull’aspetto estetico/artistico, se mi perdonate l’arroganza: eppure l’idea dell’esoterismo trasuda anche da queste poche immagini. Non sono incline alle leggende popolari, e sono quanto di più razionale possa esistere, ma l’anima di Federico e la sua idea l’ho percepita eccome, anche a distanza di oltre 100 anni.

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Pilone dell’Olocco

POSTED ON 19 Nov 2020 IN Landmark, Landscape     TAGS: sunrise, trekking, religion, longexposure

Pilone dell'Olocco #01

Sono arrivato in macchina, prima dell’alba, alla ricerca di un pilone, perché qui viene ancora chiamato così. Ma in realtà il pilone dell’Olocco è stato sostituito alla fine dell’ottocento da una meravigliosa cappella. Ci si arriva per una strada decisamente impervia, asfaltata da poco, e quando si giunge alla meta il panorama merita davvero la strada. Non è distante da casa mia, circa 15 minuti, eppure prima ci ero stato, quasi per caso, solo una volta, a scattare foto di ritratto. Quando sono arrivato era ancora buio (e freddo), iniziava ad albeggiare ed intuivo che qualcosa di interessante sarebbe potuto nascere. Ho scelto due/tre posizioni che ho ritenuto adatte, ho settato la EOS R e ho iniziato a scattare alle prime luci. Poi sono partito per il giro delle borgate; ma questa è un’altra storia e la racconterò la prossima volta.

Pilone dell'Olocco #02Pilone dell'Olocco #03

La cappella che ha sostituito il Pilone è stata costruita col concorso di tutti i lurisiani e di molti della Valle Pesio negli anni 1884-1885. Fuori della Chiesetta la natura regala una bella vista: un’anfiteatro tutto verde di prati e boschi, che oggi avanzano sempre più, alle spalle l’elegante profilo della Bisalta e davanti il fondovalle di Lurisia, Roccaforte, Villanova, Mondovì e, oltre, le Langhe. Fermarsi a fare una merenda è una tradizione. Un tempo per la festa, a metà agosto, arrivavano fin quassù i carretti con vino e gazzose, con pane, formaggio e salame; passavano dalla strada che sale dal Mortè, tenendosi su una cresta tra i boschi. Oggi c’è la strada asfaltata e si può arrivare con tutto il necessario, compreso fornelli, frigo e tende. Per scendere a valle si può scegliere la via sul versante opposto del torrente: si parte in piano, in mezzo al bosco, si beve ad una fresca sorgente pulita, si continua, fuori dal bosco, in un prato ripido; s’incontrano delle malghe da sempre usate in estate per l’alpeggio da gente della valle Pesio.

…ma spero non mi ascolti…

POSTED ON 15 Ott 2020 IN Details     TAGS: urbex, religion

Villa Lupi #08

Cimitero monumentale di Torino

POSTED ON 26 Mar 2020 IN Landmark, Reportage     TAGS: religion, cemetery, art

Cimitero Monumentale Torino #01

Ad inizio febbraio (prima della crisi) sono andato con il gruppo di GiroInFoto a fotografare lo straordinario cimitero monumentale di Torino. Ero molto curioso: l’anno scorso, quasi per caso, mi ero ritrovato nel monumentale di Milano ed ero rimasto piacevolmente sorpreso. Forse anche qualcosa di più. Sinceramente non pensavo che in un cimitero potesse nascondere così tanta meraviglia. Scusate l’ignoranza. E la “Città del Silenzio” è stata ugualmente affascinante: Gabriela Tesio, la guida che ci ha accompagnato durante la visita, è riuscita a portarci dentro all’anima del cimitero facendoci scoprire i segreti e le storie che si celano dietro le numerose cappelle, edicole, statue e sculture. Camminando negli ampi spazi di questo museo a cielo aperto si possono ammirare le opere di Tabacchi, Bistolfi, Calandra, Fumagalli, Rubino, Matroianni e si celebrano personaggi che hanno compiuto la storia del nostro paese: mi vengono in mente Francesco Cirio, Mario Soldati, Edmondo De Amicis, Renato Casalbore, Giovan Battista Pininfarina, Primo Levi, Giuseppe Barbaroux (la cui statua domina Piazza Galimberti a Cuneo), Massimo D’Azeglio, Silvio Pellico, Rita Levi Montalcini, Fred Buscaglione, Erminio Macario e, soprattutto, diversi giocatori del Grande Torino. Quando si entra e si cammina fra le arcate e portici del cimitero non si può che rimanere estasiati; purtroppo con le mie foto non credo di essere riuscito a rendere l’immensità e la bellezza di questo Monumentale: spero almeno di avervi lasciato la curiosità e la voglia di una visita.

Cimitero Monumentale Torino #14Cimitero Monumentale Torino #19

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Cimitero Monumentale Torino #06Cimitero Monumentale Torino #08

Il cimitero monumentale di Torino – precedentemente conosciuto come cimitero generale – è il più grande cimitero della città di Torino, tra i primi in Italia per numero di defunti (oltre 400.000). Situato a Vanchiglietta (a nord-est rispetto al centro storico), è posto a ridosso del parco Colletta, poco a monte della confluenza della Dora Riparia nel Po. La parte antica del cimitero si sviluppa a partire dall’ingresso principale di corso Novara ed è di forma ottagonale. Essa contiene numerose tombe storiche e 12 km di porticati, arricchiti da sculture di pregio artistico, da cui il nome di “cimitero monumentale”. Nel corso degli anni vi sono stati successivi ampliamenti del corpo storico centrale in direzione del parco Colletta. Al cimitero è annesso un tempio crematorio edificato nel 1882, il secondo in Italia dopo quello di Milano (1876).

Cimitero Monumentale Torino #07Cimitero Monumentale Torino #11Cimitero Monumentale Torino #13

La costruzione del Monumentale fu deliberata nel 1827 dal consiglio dei decurioni, antenato del moderno consiglio comunale, in sostituzione del piccolo e vetusto cimitero di San Pietro in Vincoli. La proposta e il finanziamento dell’opera avvennero su impulso del filantropo Marchese Carlo Tancredi Falletti di Barolo, che nel 1828, con la donazione di 300.000 [Lira sabauda|lire sabaude]], ne permise l’acquisto del terreno e l’edificazione del primo nucleo. La prima pietra fu posata dall’allora sindaco di Torino Luigi Francesetti di Mezzenile. Il problema più rilevante da affrontare, fu l’infiltrazione d’acqua della vicina Dora Riparia, questione che fu risolta deviando il corso del fiume, e rettificandone il tracciato meandriforme, sebbene i lavori del progetto del 1889 furono eseguiti soltanto nel 1930.

Cimitero Monumentale Torino #10Cimitero Monumentale Torino #15

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Cimitero Monumentale Torino #16Cimitero Monumentale Torino #18

All’ombra gigantesca della croce

POSTED ON 27 Feb 2020 IN Landscape     TAGS: sunrise, clouds, religion, sky

La croce

Tutto ciò che si è fatto in Occidente durante tanti secoli si è fatto all’ombra gigantesca della croce.
– Paul Louis Couchoud

Natale a Boves

POSTED ON 26 Dic 2019 IN City & Architecture     TAGS: xmas, religion, 50ne, wideaperture

Natale a Boves

Presepe vivente di Bagnasco -2018-

POSTED ON 29 Dic 2018 IN Reportage     TAGS: event, religion, tradition, xmas

Presepe Vivente di Bagnasco #05

Chi mi segue su queste pagine (anche di sfuggita) sa che non sono un seguace di nostro signore Gesù Cristo. E interpreto il Vangelo come una favola, poco di più, ambientata un paio di millenni orsono; la rappresentazione teatrale di questo racconto, un po’ arruginito, è sempre comunque interessante. Nei giorni intorno al santo Natale (24 e 26 dicembre) il paese di Bagnasco (celebre per il bal do sabre) ha allestito un bellissimo presepe vivente e data la presenza di un concorso fotografico non potevo mancare. Fotografare al buio non è mai semplice: ho alternato treppiede e scatti a mano libera con ISO stratosferici e penso di aver trovato l’anima della rappresentazione in queste 8 foto che ho selezionato. Non resta che capire se anche la giuria apprezzerà le mie immagini. :)

Presepe Vivente di Bagnasco #06Presepe Vivente di Bagnasco #02

Presepe Vivente di Bagnasco #01Presepe Vivente di Bagnasco #07Presepe Vivente di Bagnasco #08

Presepe Vivente di Bagnasco #03Presepe Vivente di Bagnasco #04

Eremo di Lanzo

POSTED ON 3 Nov 2018 IN Reportage     TAGS: urbex, religion, church

Eremo di Lanzo #01

L’eremo di Lanzo è un vero e proprio gioiello dell’architettura barocca. Fu uno dei quattro eremi camaldolesi costruiti nel Seicento in Piemonte assieme a quelli di Torino, Busca e Cherasco, edifici in cui i monaci vivevano in celle in solitudine e preghiera. Nel 1836, dopo la soppressione dell’ordine dei camaldolesi, l’eremo venne affidato ai carmelitani scalzi che lo gestirono sino alla soppressione degli ordini religiosi. Venne convertito in sanatorio, prima per la cura dei reduci di guerra e quindi, infine, per i malati di tubercolosi. Venne chiuso definitivamente nel 2013 e oggi versa in uno stato di degrado davvero vergognoso. La strada che porta all’eremo è chiusa (si fa per dire) e completamente dissestata: la vegetazione si sta riprendendo i suoi spazi in uno scenario degno di Walking Dead. Gli accessi, nonostante i tentativi di chiusura, sono sfondati e chiunque può entrare nell’Eremo senza troppe difficoltà. Dentro non è rimasto più nulla di prezioso: gli archivi sono devastati, i muri cadono letteralmente a pezzi, le porte non esistono più. E’ un vero peccato che una risorsa di questo tipo sia diventata un problema. Ripartire dalla storia e dall’arte per permettere all’Eremo di rivivere è un dovere, non solo morale, dettato dalla nostra costituzione.

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Articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione”.

Oggi un dio non ho

POSTED ON 2 Ott 2018 IN Reportage     TAGS: URBEX, religion, church, superwideangle

Oggi non dio non ho #04

Dentro un vortice
nuvole scoppiano e il sole cade giù
e ho bisogno di aiuto e non c´è
che da vivere, esistere
giorno dopo giorno ancora non mi arrenderò…
oggi un dio non ho
sono morto anch´io se
oggi un dio non ho

Oggi non dio non ho #01Oggi non dio non ho #02Oggi non dio non ho #03

Losing my Religion

POSTED ON 5 Giu 2018 IN Landscape     TAGS: religion, lordoftherings

Losing my religion

Qualche tempo fa ho assistito a una Lectio Magistralis di Giovanni Gastel: lui affermava che la fortuna di molti suoi lavori pubblicitari è stata quella di percepire si le indicazioni dei clienti, ma poi di svolgere il lavoro in modo del tutto personale, affidandosi alla sua fantasia; talvolta anche stravolgendo le idee del committente. Questa foto dovrebbe rappresentare uno dei temi della Photo Marathon cuneese: “Degustibus, questione di gusto”. Il riferimento è chiaro, si parla della fiera che il giorno della gara ha rallegrato il centro di Cuneo. Per non essere banale ho deciso di interpretare a modo mio il concetto e ho preferito associare il termine gusto alla religione: perché alla fine anche la religione è una questione di scelte, di preferenze e di tradizione. Sempre che non si decida di perdere le staffe e abbandonare la retta via.

That’s me in the corner
That’s me in the spotlight
Losing my religion
Trying to keep up with you
And I don’t know if I can do it
Oh no, I’ve said too much
I haven’t said enough

I will pray for human stupidity

POSTED ON 26 Mag 2018 IN Reportage     TAGS: urbex, religion, church, superwideangle

I will pray for human stupidity

Preghiera

POSTED ON 22 Feb 2017 IN Landmark, Street     TAGS: travel, church, religion, windows

Preghiera

Wudù (abluzione)

POSTED ON 20 Mar 2014 IN Street     TAGS: travel, religion

Wudù

L’abluzione è un lavaggio rituale a scopo di purificazione spirituale. E’ tipico dell’Islam e si può dividere in vari tipologie: la forma più breve (che solitamente si compie fuori dalla moschea) è definita Wudù. Durante i giorni di Istanbul (gennaio 2014) ho cercato in tutti i modi di fotografare il rito dell’abluzione senza riuscire a trovare nulla di particolarmente interessante. All’ultimo respiro, proprio fuori dalla moschea Blu (la più conosciuta) mi sono trovato nella posizione adatta: alcuni uomini si stavano lavando i piedi e, nonostante ci fosse molta gente, sono riuscito ad avvicinarmi, chiedere ed ottenere il permesso con un cenno (ah, il linguaggio universale dei gesti), e scattare. E’ un’immagine che rappresenta perfettamente il rito del Wudù: isolati, incuranti, con la schiena rivolta al mondo. E’ davvero strano pensare che per loro sia la cosa più naturale, che sia un gesto semplice e quotidiano.

Manarola in X’Mas

POSTED ON 24 Dic 2013 IN Landscape     TAGS: religion, nocturne, Xmas

Manarola in X'Mas

Come tradizione vuole il 24 dicembre (nella notte) pubblico una foto dedicata al Natale. Quest’anno festeggio la ricorrenza più importante con uno scatto dedicato al presepe luminario di Manarola (Cinque Terre). Non sono certo quello che può definirsi un credente (anzi) ma questa rappresentazione della natività è di certo la più innovativa che ho visto negli ultimi anni. Ho deciso di aprire il diaframma mettendo a fuoco sul bambino (utilizzando la massima apertura del 16-35) ed enfatizzare al massimo il nero per isolare nel modo più netto possibile il presepe. E il mio più sincero augurio per un bellissimo e felice Natale.

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