Le tradizioni iniziano a crearmi qualche piccolo grattacapo. Ma come tradizione vuole ecco la foto scattata il primo giorno dell’anno. Avevo iniziato così ma quasi mai ho rispettato le consegne: e come tradizione vuole ecco che pubblico una foto che avrei dovuto scattare a capodanno ma che in via del tutto eccezionale è datata 31 dicembre. Anche perché non credo di essermi mai svegliato all’alba il primo giorno dell’anno; comunque non ricordo e questa foto è scattata poco dopo le sette del mattino. E’ il lago di Pianfei, un luogo culto per quanto concerne la mia fotografia naturalistica. L’alba è passata da pochissimo ma al lago l’aria è ancora intrisa di umidità; l’acqua è ghiacciata, il paesaggio surreale. Non c’è anima viva, solo il sottoscritto. Il freddo è pungente, un freddo che fa passare la voglia di fotografare. La visibilità è ridotta dalla nebbia e l’altra sponda del lago si percepisce appena. Questa foto mi piace perché ha un percorso definito e tutte conduce in un punto ben preciso: cosa ci sarà dietro la nebbia?
La passeggiata sul lago salato (Tuz Gölü in turco) è stata uno dei momenti più incredibili della vacanza in Turchia; la magia del momento, l’atmosfera, il clima e la temperatura hanno reso divertenti e stranianti quei pochi minuti trascorsi a camminare sulle acque del lago. La giornata era freddissima, una fitta nebbia impediva di vedere l’orizzonte e lo specchio d’acqua (e sale, tantissimo sale) completamente ghiacciato hanno reso l’esperienza quasi mistica; la sensazione era quella di trovarsi in un luogo fuori dal tempo, incantato, come in una fiaba di Tolkien. Ho scattato tantissime foto sul Tuz Gölü, molti ritratti, e tutte hanno l’effetto specchio e un’aura fantastica. Ho scelto questa perché la posa della protagonista collaborava con l’idea di scatto magico che avevo in mente.
La foto attraverso una cornice è un classico, un must che ogni fotografo deve avere nel suo repertorio. Era elemento fondamentale del celebre ‘Compito a Casa‘, la rubrica su Tuttifotografi curata da Filippo Crea (esiste anche un libro che ovviamente ho comprato). E quando a Portovenere ho visto la bellissima Palmaria attraverso questa oblò non ho resistito alla tentazione e ho portato a casa la più classica delle cornici: la finestra. Il tutto è reso un pelo suggestivo dalla forma dell’isola Palmaria e dal tramonto che si avvicina in lontananza. Questa foto sarebbe riuscita a passare indenne dalla forca caudina di Filippo Crea oppure il suo destino sarebbe stato inesorabilmente il cestino? A Filippo Crea (che sicuramente leggerà questo photoblog) l’ardua sentenza. :-)
Posso definire questa foto una gemella. E’ stata scattata 39 secondi dopo ‘Sunset in Monterosso‘: ho semplicemente girato il treppiede ad Ovest, scelto l’inquadratura e fotografato. A dire il vero ho anche chiuso un pochino il diaframma (f/18) e aumentato il tempo di esposizione a 20 secondi (la luce del tramonto era più fievole da quella parte). E’ un’immagine che mi lascia un senso di pace incredibile. Vorrei essere lì, sempre.