Questa foto risale ad una vacanza nell’estate del 2006 nel Sud della Francia. Siamo ad Arcachon, un bellissimo paese, decisamente turistico, sull’oceano Atlantico vicino a Bordeaux e alla celebre Dune du Pyla. Fortunatamente si vede che la foto arriva dal passato: la qualità non è altissima (EOS 20D con EF 18-55) e, soprattutto, il fotoritocco è quantomeno discutibile. Altri tempi, altri pensieri, altre idee: all’epoca ero molto più esasperato di oggi. Avevo già pubblicato un’altra foto di Arcachon, scattata pochi minuti dopo (cielo bellissimo quel giorno) e le metodologie di scatto e post-produzione sono decisamente simili. Però devo ammettere che queste scelte, anche se eccessive, non sono così malvagie; anche viste a quasi undici anni di distanza.
Dopo il titiritrillo (doppio per giunta) ho deciso di fare un passo sul moletto di Marinella di Selinunte. E’ un luogo incantevole. Il cielo era di un colore pazzesco, il molo completamente bagnato dalle onde che continuavano a rimbalzare sugli scogli. Non c’era nessuno. Dentro al bar alle mie spalle hanno iniziato a guardarmi incuriositi: dalle foto non si percepisce (forse solo le foglie della palma possono aiutare) ma il vento era davvero fortissimo, facevo fatica a stare in piedi. Ho scattato rapidamente una decina di foto da posizioni diverse con il grandangolo spinto (16mm) impostando f/8 in priorità di diaframmi. L’esposimetro della macchina mi dava 1/50 e, non volendo aumentare gli ISO, mi sono fidato della mia stabilità. La seconda immagine è di qualche secondo successiva rispetto alla prima ed è scattata mentre indietreggiavo per tornare alla macchina: l’onda che vedete in alto mi ha mancato di pochissimo.
Il mio percorso fotografico del #CostaPhotoBlogTour è decisamente random. Dopo essere scesi a Flam siamo saliti (scusate il gioco di parole) sulla Flamsbana, la linea ferroviaria che collega Flam (appunto) con Myrdal, in alta montagna; questo tratto ferroviario è celebre per essere il più ripido del mondo non a cremagliera (ma anche per essere particolarmente affascinante). Arrivati a Voss scopro che la celebre e carissima acqua in realtà non è prodotta in città ma decisamente fuori mano. Stupore misto a raccapriccio. E io che non sapevo nemmeno dell’esistenza dell’acqua Voss. Ingenuo. Il tempo non è dei migliori, le nuvole nascondono l’azzurro del cielo, piove una pioggia fitta e decisamente fastidiosa (ottimo test per saggiare la tropicalizzazione della mia attrezzatura). Questo è il lago di Voss fotografato a f/8 e con un leggero tocco di sharpen luminosity (per farlo risaltare dal grigiore) sul molo. Il viaggio continua.