Questa è una foto tremenda, brutta, ignobile, inguardabile (aggiungere epiteti a piacere). E’ una mia disgustosa elaborazione grafica di circa 11 anni fa. Questa foto è stata scattata in un freddo novembre parigino con la Canon EOS 20D e l’obbiettivo in dotazione (il sempreverde 18-55) alla celebre Piramide del museo Louvre. Voglio pubblicarla qui per non dimenticare, perché mi capita spesso di osservare e criticare elaborazioni fotografiche improponibili (quello sono) con la superbia di chi ha la verità in tasca. Ma anche io ho i miei scheletri nascosti e ho deciso di aprire questo polveroso armadio, non voglio celare nulla. E questa immagine rimarrà qui, come un testimone del tempo che passa (fortunatamente in questo caso). Il titolo è quello originale dell’epoca: ma ero un ragazzino inesperto, abbiate pietà almeno voi.
Fotografare il tempio di Segesta senza cadere nella banale foto cartolina non è un’impresa facile. E infatti non ci sono riuscito. Il tempio si trova su un piccolo promontorio nel mezzo del nulla più assoluto. Arrivando dal basso mi è sembrato come una nave pronta a salpare, una sorta di Arca di Noè in secca sul monte Ararat al termine del diluvio universale. E questa è stata la mia base di partenza, la mia suggestione, il tentativo di uscire fuori dallo schema classico. Ho avuto anche la fortuna di trovare un cielo quasi perfetto dal punto di vista fotografico e l’idea della nave in cielo è diventata quasi naturale. Ho cercato di isolare il tempio da qualsiasi elemento di disturbo, ho quindi escluso le montagne, gli alberi, le transenne, i turisti. Le foto sono rimaste abbastanza banali e stereotipate ma nella mia mente rimane la ricerca di qualcosa di diverso: la speranza è di riuscire a trasmettere il senso di ricerca anche all’osservatore esterno.
Il Magnificat 2015 è un progetto Kalatà (progetti per fare cultura) che prevede la messa in sicurezza del percorso di salita alla cupola del Santuario di Vicoforte per consentire ai visitatori di ammirare la meravigliosa cupola progettata dall’architetto e ingegnere monregalese Francesco Gallo nel 1728. Ho avuto l’onore (e l’onere) di partecipare in anteprima esclusiva (insieme ad altri pochi fortunati e grazie a Più Eventi) ad una visita guidata con circa due settimane di anticipo rispetto alla data di inaugurazione (1 Maggio). E’ stata un’esperienza affascinante: la Cupola del Santuario di Vicoforte è un’opera fantastica, è la più grande al mondo tra quelle di forma ellittica ed è la quinta, per dimensioni, dopo San Pietro in Vaticano, il Pantheon di Roma, la Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze e la cupola del Gol Gumbaz in India.
La poderosa cupola ellittica innalzata dal Gallo, alta 74 metri, lunga 37,15 metri sull’asse maggiore e 24,80 metri sull’asse minore, venne disarmata non senza trepidazione, data l’arditezza della costruzione, tanto che si narra che dovette andare lui stesso a togliere le impalcature, poiché nessuno pensava che una struttura di quel tipo potesse reggere.
La visita è davvero molto impegnativa: per visitare la cupola (da sotto, 32 metri di altezza) si deve passare attraverso un’apertura di soli 40 centimetri (astenersi pance da birra e donne in dolce attesa) mentre per riuscire a salire sopra (75 metri di altezza, 266 scalini) è obbligatorio salire per una scala a pioli che potrebbe creare qualche problema alle persone claustrofobiche. La parte della visita che ho trovato più interessante è quando, dopo la scala a pioli, si arriva sul tetto originale, in coppi, voluto da Francesco Gallo; siccome creava qualche problema di sicurezza, per le abbondanti nevicate della zona, è stato coperto (nel 1883) con una struttura in legno e rame che permette alla neve di sciogliersi e scivolare. La zona fra il nuovo ed il vecchio è caldissima e permette di intravere la forma elittica della struttura. Purtroppo le bellissime didascalie ‘ALLA BALCONATA’ verranno tolte nei prossimi giorni e sostituite con qualcosa di più moderno; ed è un vero peccato perché, nonostante l’aspetto vintage anni 70-80, sono comunque parte della storia di questo meraviglioso santuario.
Per la prima volta (almeno credo) da quando ho aperto questo photoblog (e ormai sono più di dieci anni) pubblico un numero così elevato di foto in un solo post. Ma d’altrocanto si tratta di un reportage e ho guardato poco al lato estetico delle immagini e molto al lato didascalico. Non ci sono foto del Santuario di Vicoforte dall’esterno: non mi interessava, il focus della visita è la salita sulla cupola. E inoltre basta scavare, ho già pubblicato qualcosa un paio di anni orsono.