Il Faro della Vittoria è uno dei monumenti più dimenticati di Torino. Forse per la posizione decisamente scomoda, forse per il periodo storico di nascita (il fascismo, che in parte rappresenta) non viene quasi mai citato nelle guide della città. Eppure è di notevole bellezza e importanza. Il faro è opera dello scultore Torinese Edoardo Rubino, è colossale: la statua pesa 25 tonnellate, è alta 18,50 metri ed è poggiante su un basamento in pietra di altri 8 metri di altezza. Fu donato alla città dal senatore Giovanni Agnelli nel 1928 per commemorare il decimo anniversario della vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale sull’Austria e Germania. Si trova sulla sommità del parco della Rimembranza presso il Colle della Maddalena, il faro è sistemato nella fiaccola sorretta tra le mani della statua in bronzo che rappresenta la Vittoria Alata. Dal parco si gode di una meravigliosa vista di Torino e dell’arco alpino e di notte la luce del faro può essere notata da qualsiasi angolo della città. Per fotografare avevo davvero poco tempo e quindi sarei potuto andare di cronosfida. Purtroppo non avevo con me una lente normale e ho dovuto scegliere due ottiche (tele e grandangolo) per realizzare qualcosa di interessante: e questo è contrario alle regole. Sarà per un’altra volta.
Torino non è un luogo che si abbandona
– Friedrich Nietzsche
La cisterna basilica è uno dei monumenti più importanti di Istanbul. Fu fatta costruire dall’imperatore Giustiniano nel 532. E’ uno spazio sotterraneo enorme di circa 140 metri per 70, in cui trovano spazio dodici file di 28 colonne alte 9 metri e distanti l’una dall’altra quasi 5 metri. I capitelli sono un misto tra gli stili ionico e corinzio, con rare eccezioni di dorico e di colonne non decorate. La stragrande maggioranza del materiale è di recupero, addirittura la base di una delle colonne è una enorme testa di medusa proveniente probabilmente da un arco monumentale del foro di Costantino. E che io non sono riuscito a fotografare, non l’ho trovata. La cisterna è totalmente è prevedibilmente buia, illuminata da qualche faretto, e fotografare (senza treppiede) è un’impresa. Tutte le foto sono scattate a 3200 iso e, purtroppo, a tuttaapertura. Ho lasciato anche un’immagine bruttissima che ho scattato ai pesci che vivono nell’acqua bassa della cisterna: 6400 iso, 1/20 e si vede. Ma quando si racconta talvolta è necessario chiudere un occhio sulla qualità.
Ho scattato queste due foto nel 2003 (solo 16 anni fa) con la Digital Ixus 400, una piccola compatta di Canon dal corpo di acciaio lucido e ben 4 milioni di pixel. Le impostazioni di scatto, a rileggerle oggi, mi fanno venire i brividi: la porta di Brandeburgo è fotografata di notte a ISO 50, mezzo secondo di esposizione e f/2,8. All’epoca utilizzavo un piccolo treppiede da viaggio (di quelli minuscoli) davvero poco stabile. Sono due brutte foto che non avrei pubblicato, non fosse che oggi ricorre il trentesimo anniversario della caduta del muro di Berlino. E’ un giorno davvero importante, un ricordo fondamentale, che ha cambiato la storia dell’umanità. Credo sia giusto festeggiarlo, anche con due immagini che vorrei poter definire giovanili (e di basso livello).
Per quanto sia di mia conoscenza… valgono da subito, senza restrizioni.
– Günter Schabowski