La Chiesa del Diavolo

POSTED ON 17 Apr 2020 IN Reportage     TAGS: urbex, church

Chiesa del Diavolo #01

In mezzo ad una fitta vegetazione è nascosta questa piccola cappella che è stata oggetto di molte cronache ed altrettante dicerie. Tanto che questo luogo è quasi temuto dalla gente del posto. Questa costruzione è un’autentica opera d’arte edificata in epoca contemporanea al castello poco distante. Originariamente destinata a cappella funeraria della famiglia proprietaria del castello, la Chiesetta rappresenta oggi un esempio di rara e ricercata architettura.

Chiesa del Diavolo #04Chiesa del Diavolo #02Chiesa del Diavolo #04

Ma intorno ad essa ci sono strane storie: molte persone affermano addirittura di aver notato in alcune notti persone incappucciate girovagare nei dintorni di questa chiesetta e al castello vicino. In effetti oltre alle voci della popolazione, all’ interno di questa chiesetta sono stati lasciati segni che lasciano proprio pensare a questi riti, loculi profanati, candele, rituali scritti e piccoli animali sacrificati di fronte ad un altare “artigianale” fatto sul momento. Così da tempo questo piccolo gioiello gotico è meta di occultisti e investigatori del paranormale.

Chiesa del Diavolo #06Chiesa del Diavolo #05

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Lorena Durante.

J-Ax e Articolo 31 @ Wake Up

POSTED ON 18 Set 2019 IN Concert     TAGS: rap

J-Ax #12

J-Ax #02J-Ax #03J-Ax #04J-Ax #05

Sono passati 25 anni, ma J-Ax sembra non sentirli. A conclusione del live nel ringraziare i compagni di viaggio con una dichiarazione che tra lo slang militare di chi ha ancora fatto la “naja” e la dotta citazione (ad Anna Magnani, ndr) l’artista li ricorda uno ad uno, come “tacche” da incidere sul muro, che hanno scandito i suoi 47 anni e di cui andar fiero, per ognuna di loro. Il live presentato a WakeUp è stato una lunga regressione temporale, suddivisa in due parti: la prima dal 2009 al 2018 a raccontare la propria carriera da solista; la seconda dall’uscita di Strade di Città (1993) in poi con il supporto del fido dj Jad.

J-Ax #01J-Ax #15

Un percorso fatto di tutte le più importanti hit dell’artista, dalle più recenti (gli anni di Fedez e dei Comunisti col Rolex) a quelle cantate dai fan della prima ora (Tranqui Funky, Funkytarro, Domani, Ohi Maria), inframmezzato con lanci video che scandivano la Storia più importante degli ultimi 25 anni, tra il faceto (alcune pubblicità o momenti topici della TV, come la nascita del GF) ed il serio (artisti mancati come Avicii o Amy Whinehouse, o fatti di cronaca, come gli attentati di Parigi).

J-Ax #06J-Ax #07J-Ax #08

J-Ax #09J-Ax #10

J-Ax offre al suo pubblico così un lungo percorso talvolta un po’ autoreferenziale – ma, lo dice anche lui, “concedetemi il vezzo di festeggiarmi e nutrire il mio ego” – nella sua musica e nella cultura pop del nostro Paese. La gente apprezza, balla e applaude, in una occasione che si trasforma così in un momento di festa collettiva.

J-Ax #11J-Ax #13J-Ax #14

Il finale, dopo aver presentato la band (con un ottimo, e ringiovanito, Paolo Jannacci), mostrato la bellezza del graffito che nelle 2 ore e più di concerto il writer Raptuz ha disegnato (e che verrà messo all’asta per beneficienza insieme a tutti gli altri creati durante il tour) e ringraziato gli artisti saliti sul palco prima di lui – si segnala un convincente e coinvolgente live tutto raggaeton e ballo dei Boomdabash -, non può che essere con la hit del 2019 Ostia Lido in un collettivo abbraccio nazional-popolare.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Viter Luna & CULTURECLUB51.

Dopo Carnevale

POSTED ON 15 Feb 2018 IN Performing Arts     TAGS: carnival

Carlevè #08

Lucono al sole
ai bordi di strada,
nei fossati caparbi resistono
a misurare l’eternità
coriandoli
del defunto Carnevale.
Ora è l’attesa.
Solo i corvi san dove andare
noi ci lasciamo
abbagliare ancora
non vedendo la viola
che spunta.

La poesia Dopo Carnevale è di Silvia Pio. La foto è stata anche utilizzata per l’articolo Carnevale, festa della trasformazione su Margutte, non-rivista online di letteratura e altro.

Il lato effimero

POSTED ON 10 Gen 2017 IN Details     TAGS: urbex, wideaperture, 50ne, guest

Il lato effimero

Pensavo cose, non belle a dire il vero, ripercorrevo attimi, parole dette e taciute, emozioni. Poi mi sono ritrovata a non pensare più niente, persino la preoccupazione più ostinata è scivolata via, cadendo come l’orsacchiotto che avevo appoggiato distrattamente sul ripiano. Non si direbbe, ma anche la crisi ha il suo lato effimero e per un po’ ti lascia, fugge via chissà dove, e tu ti ritrovi in un silenzio strano, ma intimo e basta ascoltarsi respirare per intuire che si cresce faticosamente, ma inesorabilmente.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Sara Taricani.

Gianna Nannini fa impazzire Barolo

POSTED ON 10 Lug 2013 IN Concert     TAGS: rock

Gianna Nannini @ Collisioni 2013 #01

Una giornata caldissima, il sabato di Collisioni 2013, ma anche quando scende il sole, l’entusiasmo dei fans della rocker numero uno in Italia si mantiene alto! Sono in tanti, la piazza rossa di Barolo è stracolma di gente, tutti per lei: Gianna fa esplodere le Creature Selvagge di Collisioni con “Scegli me”. Brani tratti dell’ultimo album, Inno, e repertorio storico da Maschi a Ragazzo dell’Europa, durante il quale sventola con orgoglio la bandiera con il Simbolo dell’Oca, la sua contrada, recente vincitrice del Palio di Siena. La Nannini si scatena, con la grinta di una ragazzina; sulle note di America, provoca, slacciandosi il reggiseno e mostrandolo al pubblico. Lascia il palco per tornare con in mano un bicchiere di Barolo e propone un brindisi. Dedica “Meravigliosa creatura ” a chi sulla piazza non è riuscito ad arrivare e ascolta il concerto dalle colline, nelle vigne. Nonostante i quasi 40 di carriera Gianna Nannini è ancora uno straordinario animale da palco.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Michela Agnese.

Gianna Nannini @ Collisioni 2013 #02Gianna Nannini @ Collisioni 2013 #07

Rotoballe #02

POSTED ON 20 Giu 2012 IN Landscape

Rotoballe - 02

Esistono due tipi di rotoballe. Quelle verdi, più facili a vedersi in tarda primavera, e quelle gialle, che preferiscono uscire d’estate. Le prime tendono a stare poco allo scoperto, forse per la loro paura dell’acqua, mentre le seconde sono più sedentarie e amano indugiare sotto il sole estivo. Sono esseri pacifici, che conducono una vita contemplativa. Vivono e si spostano prevalentemente in branco, anche se si contano alcuni avvisamenti di individui solitari. Plinio il Vecchio, nella sua Naturalis Historia, le fa discendere direttamente da Cerere, dea delle messi, mentre in alcuni stralci dei Vangeli Apocrifi si parla di una macchina ‘terribile‘ che le partorirebbe con ‘immane frastuono‘.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Maranza Max.

Belvedere

POSTED ON 3 Apr 2012 IN Portrait

Belvedere

Una situazione che non ti si addice più come un tempo; un traguardo nel tuo percorso di vita; l’istintiva voglia di lasciare un segno, tuo, nostro, intimo e decisivo. Senza però toccare l’estremo, sfociando nell’immutabile di chi sceglie di farsi tatuare un simbolo sulla pelle. La semplice voglia di cambiamento. Di migliorarsi, di crescere. É allora che, dopo tante riflessioni, ho maturato questa decisione. Metamorfosi. Reinventarsi. É quindi giunto il mio momento. Di darci un taglio.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Michela Agnese.

Speranza

POSTED ON 8 Mar 2012 IN Landscape

Sunrise at Branzola

E’ naturale il bisogno d’incontro, d’armonizzazione tra creato e figuranti, tra artisti d’aria e di penna. Il reciproco desiderio di sublimarsi nell’infinito, d’attribuire speranza e senso a ciò che d’indefinito tinge il mondo. Le altezze, le terre sconfinate d’azzurro manto, ondeggiano e danzano al cospetto del segreto messaggio. E nonostante la vana volontà di comprensione assuma toni sfaldati, ambirvi non può dirsi intralcio all’umano sviluppo. V’è sempre una meta cui le nostre acque si trascinano, di peso o forza, un orizzonte dalle calde sfumature incendiarie, quel tiepido rifugio cui tutti ambiamo. E nell’impossibilità alla cieca comprensione di vissuti e viventi, la speranza non deve mai cessare il suo ineffabile vociare. Poiché soltanto essa costituisce l’urlo d’Amore capace di evolvere l’essenza dell’affermazione personale. L’unico gracile e leale germoglio, tra cieli salmastri e campi dai mille aculei neri.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Martina Cora.

Martina Cora è una giovane scrittrice Monregalese. Le ho chiesto di scrivere un piccolo guest post dopo aver letto le prime pagine del suo libro d’esordio: ‘La ruggine della rosa’ edito dal gruppo Albatros il Filo. E voglio ringraziarla per le sue parole di speranza, che ne abbiamo bisogno. Adesso non mi rimane che fotografare la Ruggine celata dietro ad ogni Rosa. Non sarà facile: forse devo prima finire di leggere il libro di Martina. :)

Luce

POSTED ON 13 Dic 2011 IN Landscape

Luce

Verde come il gioco verde
come il Natale verde
come i tuoi occhi verde
com’è il mare prima della tempesta
verde come il tuo sguardo che mi rimane in testa
verde come uno scampolo che di te mi resta.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Cristina Mosca.

Angels’ Fall

POSTED ON 6 Dic 2011 IN Landscape

Angels' Fall

There is a war of colours,
The Pink eats, The Light Blue gobbles down,
-And I’m flying-.

In the Heaven the Songs
say about a rustle
between skimmed and outcast whispers,
like Clouds’ pupils,
and the wings of heavy plumes.

They meet here,
where Time’s tails
fall,
between unmerciful beats
of violet moths.

They are like Mornings that speed
on the Mountains’ peaks,
perhaps they touched the air
of Himalaya’s breath,
-perhaps, they searched a royal grave,
like a pyramid,
where her Pharaoh sleeps-.

Perhaps, they searched –in an instant-
the soft world of Olympus,
where it’s possible the meeting
between Horizon and Orient,
where it’s possible the landing place
of grudges with the West,
and the Gods chosen human names
to tell about them, about Angels,
when They fallen.

The Clouds don’t be hidden,
except their features
like limp shadows
of concealed crying,
of missed betrayal,
of tears whom the rain
-still- keeps in her chest.
And we can see the Ether
when the cerulean ceiling
throws his palate

with his sorrowing,

-so the meteors fall
like Angels-,
-so the comets fall
like gods-,
dressed up as the Sky.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Giorgia Spurio.

Porri e Felicità

POSTED ON 29 Nov 2011 IN Details

Porri e Felicità

Il porro come allegoria della felicità, frutto della terra onesto e concreto, ingombrante eppure minimalista. Ho visto uomini grandi e grossi, alla fiera del porro di Cervere, pagare pochi euro il saporito ortaggio, caricarselo in spalla e ritrovare all’istante il sorriso di un bambino. Allontanarsi sorridenti e sprezzanti verso l’ignoto con una decina di porri sulla spalla aiuta a ritrovare il dimenticato buonumore, non è una personale supposizione, è una CERTEZZA!

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Riccardo Pizzi.

It’s a war. No. It’s actually very simple.

POSTED ON 26 Ott 2011 IN Portrait     TAGS: model, silver

It's a war. No. It's actually very simple.

Vado via perché sei un fottuto animale uguale a tutti gli altri. Lascio il tuo territorio per non ridurmi a pulire la cucina nove volte al giorno, lavare e cucire e stirare e piegare quelle tue camicie che non ho mai sopportato o peggio, passare e ripassare il water dove hai pisciato tu. Lascio queste mura imbrattate di fumo perché odio la puzza del tuo corpo, del tuo alito e delle tue parole stanche, spesso uguali, dettate da movimenti lenti e sempre più ossessivi. Esco così, perché la vita eventualmente me la voglio fottere da sola. Perché voglio tornare a guardare la gente negli occhi, permettermi il profumo del mercato tra i banchi, nuotare questo vento in tempesta, o volare da sola queste strade. Colorate di blu.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by P.S.V..

The night

POSTED ON 11 Ott 2011 IN Portrait     TAGS: model, workshop, black

The night

è il dolore del silenzio / quello che ti attanaglia dentro
che ti morde / azzanna, strappa
viscere / sogni / parole / il dolore del non detto / che si contorce / e dilata
in te

Te / nei miei pensieri / nel mio sangue / nella mia pelle
epidermide / di setose anomalie / tatuata di te / ti si offre / indecentemente
è tua

nella moltitudine / di brividi / sfiorala / sfiorami / mordimi / mangiami
è l’inesistenza / separata da te

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Zoe.

That’s a lot of balls

POSTED ON 26 Set 2011 IN Landscape

That's a lot of balls

Vi svelerò il segreto delle balle di fieno. Le balle di fieno non rotolano. No, neanche se avete appena fatto una battuta agghiacciante e no, neanche se siete nel far west vestiti da pistoleri. Le balle di fieno non rotolano, restano lì per un po’, raggomitolate, in attesa che qualcuno le imprigioni, in uno scatto, in una stalla, in una bocca.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Claudiappì.

…alloa mi veddo o mâ

POSTED ON 8 Giu 2011 IN Sport

…alloa mi veddo o mâ

Il mare di Genova l’ho sempre dato per scontato, ma per capirlo sono dovuto andarmene: nel 1990 sono partito per il servizio militare e ho vissuto per dieci mesi in due grandi città senza mare. Vivere in posti completamente circondati dalla terraferma mi dava una specie di oppressione. La mancanza di un margine, un bordo, un luogo dove tutto finisce e comincia lo spazio aperto dove potersi perdere senza nulla che ostacoli lo sguardo, mi teneva prigioniero di una sottile inquietudine. Ci ho messo un po’ a realizzarlo, ma alla fine ho capito: il mare lo senti, anche se non abiti sulla spiaggia, anche se non lo vedi tutti i giorni. Semplicemente sai che c’è, che è lì, e che ti aspetta. Il mare di Genova non è facile: molti accessi sono preclusi dal porto, dagli stabilimenti balneari, dalle passeggiate. Anche dove si riesce a raggiungere l’acqua, si paga un prezzo fatto di scalette, scogli taglienti, pietre scivolose. Ma non è importante bagnarsi i piedi: il mare ti entra negli occhi anche sulle alture, in qualche scorcio di strada inaspettato, o dalle finestre degli uffici dei piani più alti; ti entra nel naso quando soffia lo Scirocco e tutta la città odora di sale e di umido; ti si attacca alla pelle nelle giornate di maccaia. Non faccio mai il bagno nel mare di Genova: non è fatto per quello, non è quel mare lì; il mare di Genova riempie uno spazio con l’odore, la luce, il movimento. Il mare di Genova è fatto per farci il bagno con l’anima, non con il corpo.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Andrea Beggi.

Equa e disincantata

POSTED ON 8 Mar 2011 IN Landscape

Equa e disincantata

Equa, disincantata, onesta neve.
Ci regali un argomento inutile in più, buono per conversare tra sconosciuti in ascensore. E ci fai il dono più prezioso mentre siamo ad imprecare ai tuoi disagi. Gli amanti si amano più forte quando sei dalle nostre parti, e la notte in pianura è meno triste tra le lenzuola pesanti di inverno ed il caffè caldo del risveglio. Ti accolgo con un sorriso sincero, neve della “mia” padania, lontana ventimila leghe da tutte le leghe. Si fottano i tram del centro e gli automobilisti intenti a miracolar catene, oggi non uscirò. Dopo quel caffè ritorneremo al caldo buono dei nostri corpi e a disegnare nuove pieghe sui cuscini. E guardandoti scendere lenta e inesorabile da dietro la mia finestra penserò con un sorriso alla banale estate.

Foto di/Photo by Samuele Silva – Parole di/Words by Riccardo Pizzi.

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