
Cambiare il punto di osservazione e valutare tutte le prospettive è una delle cose più importanti che mi ha insegnato la fotografia. Quando osservo i miei occhi non guardano solo in un senso ma girano, cambiano, si spostano: sempre alla ricerca del punto di osservazione più interessante. Due sono le prospettive che preferisco: dall’alto e dal basso. La prima strada non è sempre percorribile: non di rado è la più affascinante e le cose belle non sono mai facili. La seconda invece è più immediata e questa immagine rispecchia proprio questo punto di vista alternativo. Sulla banchina c’era tantissima gente, troppa gente: allora ho provato a guardare verso l’alto, mi sono inginocchiato e ho scattato. E’ una foto semplice e forse per questo rende molto bene il concetto dal basso.

Con questa foto voglio affrontare [tentare di] un problema sempre più discusso e sentito: il fotoritocco. Si può fare? Non si può fare? Piace? E’ legale? Non piace? Io, come si intuisce dalle mie foto, sono decisamente a favore della post-produzione, anche massiccia; molto ovviamente dipende dal contesto. Se devo rappresentare la realtà cerco di limitare al minimo consentito gli interventi in camera chiara: un po’ di contrasto, i colori. Nulla si deve creare, nulla si deve distruggere. E credo che questa sia una regola importante da seguire se parliamo di foto-giornalismo. Sono però fermamente convinto che, quando il fotografo entra nella sfera dell’artistico, il suo lavoro si possa paragonare a quello di un pittore che crea dal nulla, e con la fantasia/immaginazione, la sua opera. In questo caso tutto (o quasi) è consentito: si può essere bravi con la macchina fotografica e si può essere bravi con il computer. E’ un mondo in continua evoluzione e bisogna seguire la corrente. Questa foto scattata a Prato Nevoso è un esempio chiaro e lampante del mio pensiero: ho esasperato i colori e aumentato il contrasto, ma soprattutto ho eliminato il palo della luce che disturbava il panorama e rovinava la foto (per vedere l’originale basta passare con il mouse sopra l’immagine). Rispecchia la realtà? In parte. E’ importante? Non credo. E’ una foto migliore dell’originale (spero che su questo non ci siano dubbi) e tanto mi basta. Io penso che le fotografie si possano paragonare alle donne: quelle naturali sono più belle, più vere (a parole) ma stranamente sono quelle rifatte che ottengono il successo. :)


Il Bryce Canyon è uno scenario naturale davvero difficile da dimenticare. Il rosso della pietra e il verde degli alberi si fondono insieme e trasformano questa valle in qualcosa di unico. Non saprei davvero come definire i celebri ‘hoodos’: forse perché si rimane senza parole. Ho deciso di pubblicare due foto per l’occasione; sembrano molto simili ma in realtà hanno caratteristiche diverse. La prima foto (sx) è stata scattata poco prima del tramonto, la seconda (dx) invece è del giorno seguente e sono riuscito a realizzarla, complice una levataccia, poco prima delle sette del mattino. Sono entrambe fortemente post-prodotte: ho saturato e contrastato tantissimo per riuscire a trasmettere il senso di forza e di intensità del Bryce Canyon. Se programmate un viaggio negli Stati Uniti non dimenticate di passare da queste parti.

L’America nell’immaginario collettivo è anche immagini come questa. Il classico stereotipo del bagnino con il suo salvagente rosso pronto a tuffarsi nell’oceano per salvare vite umane. Questa foto è scattata a Venice Beach, una delle spiagge più famose di Los Angeles, forse del mondo. E’ tutto proprio come nella celebre serie televisiva ma quando arrivi sulla spiaggia stenti a crederci. Hai sempre pensato che fosse invenzione e invece no: ci sono i bagnini, le modelle, i quad sulla spiaggia, le bandiere americane, la sabbia dorata, il campo da basket, la palestra e tutto quanto. Manca solo Pamela Anderson. :)

E’ il classico clima mutevole della Primavera. Sole e caldo, ma anche vento e nuvole. Pioggia talvolta. Le piantine di mais cominciano a crescere e si inizia a pensare alla falciatura delle messi. E’ bello camminare su queste strade di campagna, sentire il sibilo del vento (mai troppo) mischiarsi al rumore lontano e lamentoso delle mucche. Un cane abbaia in lontananza. Fa caldo ma non troppo, anzi, la protezione fornita dalla maglia è assai gradita. C’è odore di Estate.