
La fotografia in studio è forse noiosa, priva di fascino, ripetitiva. A molti non piace, è poco emozionante dicono. Però garantisce grandi soddisfazioni e ottime fotografie. Quando si possono preparare le luci, decidere il tipo di foto, scegliere sfondo e accessori e chiedere al modello/a di posare per te il risultato è quasi sempre garantito. E poi Tommaso è stato meraviglioso e bellissimo: non ha protestato (solo un piccolo pianto) e ha obbedito alle nostre indicazioni come un piccolo Garibaldi in erba. E i risultati non si sono fatti attendere; ma con un modello così bravo era praticamente impossibile sbagliare. :)




Il piccolo Tommaso, la sua espressione divertita, un cappello a tema e un palloncino di colore rosso: mi è sembrata la foto più adatta all’occasione. Una foto in studio con sfondo nero e due Soft-Box posizionati lateralmente. E’ un Natale importante, austero, di speranza; e forse quest’anno gli auguri di tutti sono più sinceri e più sentiti del solito. E anche io mi unisco al coro con gli auguri più sinceri per un dolcissimo e felice Natale.

Questa foto è la mia candidata alla vittoria nel concorso fotografico indetto da Mondovìphoto: “…in movimento”. Per questo tema volevo evitare il solito panning oppure la terribile equazione foto mossa=movimento; e quindi ho scelto di raccontare il tema attraverso una piccola storia: un bambino che gioca e si muove, al tramonto, sulla spiaggia di Cadiz. Il taglio orizzontale mi sembrava più adatto all’idea e soprattutto al tipo di immagine (spiaggia, mare, tramonto). E’ un modo di vedere il movimento in fotografia un po’ diverso dal solito clichè. Speriamo la foto incontri i favori del pubblico. ;-)

Quando si parla di matrimonio si pensa subito alla sposa, al vestito bianco, forse alla chiesa, al pranzo di nozze. Quando non sono il fotografo ‘ufficiale‘ mi diverto a cercare qualcosa di diverso e particolare. Ho scattato questa foto subito dopo il lancio del riso mentre gli sposi salutavano gli invitati, è la damigella. Guarda la scena con aria distaccata, lontana da tutti, con la semplicità, l’innocenza e lo stupore che solo una bambina di quell’età può avere. Lei è felice nel suo vestito bianco, si sente come una principessa e si diverte con i coriandoli simbolo di un rito appena compiuto (no, non è carnevale). E intanto i grandi giocano al matrimonio.

Nel momento preciso in cui ho scattato questa foto ho pensato ad una bellissima canzone di Caterina Caselli: “Il Carnevale“. Perché il Carnevale finisce male e questa maschera non serve più. E vedere questa bambina, sola e un po’ triste, giocare con i coriandoli rimasti per terra, mentre la piazza si svuota e la musica finisce, mi ha lasciato proprio la stessa amarezza e la stessa tristezza che si prova ad ascoltare la canzone scritta dal compianto Giancarlo Bigazzi. Il carnevale papapa… :)